Cgil: venerdì sciopero e comizio in piazza delle Poste
Martedi 22 Giugno 2010 alle 22:31 | 0 commenti
Marina Bergamin, Cgil Vicenza - Venerdì 25 giugno 2010 si svolge lo sciopero generale in tutta Italia indetto dalla CGIL contro la manovra del Governo, una vera e propria ingiustizia che si sta compiendo e che ricade sulle spalle di lavoratori, disoccupati, anziani e famiglie. Sono 4 ore di sciopero per tutti e 8 ore di sciopero per alcune categorie. A Vicenza alle ore 9 è previsto il concentramento in viale Roma, campo Marzo. Poi il corteo si snoderà per le vie del centro fino a piazza delle Poste dove ci sarà un sit-in e un comizio conclusivo.
Clicca qui per il documento originale di invito di Bergamin ai Consiglieri Provinciali e Comunali, ai Segretari Provinciali dei Partiti e ai Parlamentari vicentini oppure clicca qui per il solo testo.
Di seguito dichiarazione della segretaria generale Marina Bergamin (foto VicenzaPiù) sulle motivazioni dello sciopero
"La nuova manovra economica che il Governo sta mettendo in campo per affrontare una crisi a lungo negata, pur essendo necessaria, torna a colpire i lavoratori, i pensionati, le famiglie, gli Enti Locali, comprimendo direttamente i loro diritti e il loro salario (come nel caso dei dipendenti della pubblica amministrazione) o peggiorando la quantità e la qualità dei servizi sociali. Nel contempo non tocca le rendite patrimoniali, le rendite finanziarie, gli alti e altissimi redditi, gli sprechi e la corruzione nella pubblica amministrazione, le spese inutili (ad esempio quelle militari) e fa poco contro evasione ed elusione fiscale. Per questo motivo la Cgil la giudica iniqua e non utile al necessario rilancio di un'economia in difficoltà . E per questo, pur consapevole che quello dello sciopero generale è una scelta difficile (soprattutto in questo momento), la Cgil si è assunta la responsabilità di dar voce al disagio delle persone che rappresenta e di indicare un'altra via per il futuro del Paese. Questa manovra metterà in difficoltà le Amministrazioni Locali, chiamate a rispondere a bisogni primari delle comunità : servizi sociali, cultura, ambiente, coesione sociale rischiano di morire a causa di un taglio alle risorse verso i Comuni che si aggirerà , mediamente, sui 200 euro per cittadino".
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