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CGIL e FILLEA: "serve impegno contro le morti sul lavoro"
Mercoledi 18 Novembre 2015 alle 09:48 | 0 commenti
Pubblichiamo la riflessione di Giampaolo Zanni (CGIL) e Luca Rossi (FILLEA) sull'ennesima morte sul lavoro avvenuta venerdì in un cantiere di Anconetta
Venerdì scorso Zoran Debeljak, muratore di 31 anni, è morto in un cantiere edile di Anconetta, dove lavorava per costruire un'abitazione alle dipendenze della ditta Sm Costruzioni di Zimella.Il lavoratore stava lavorando sul solaio, "quando un carico di quattro quintali di pannelli di legno si è staccato dalla gru del cantiere e lo ha travolto senza lasciargli scampo", così hanno raccontato le cronache il giorno successivo.
Al di là delle consuete e dovute indagini che sono state avviate per appurare la dinamica dell'incidente e stabilire eventuali responsabilità , tutta la CGIL di Vicenza desidera in primo luogo esprimere grande vicinanza e partecipazione al dolore della famiglia del lavoratore, in particolare alla moglie ed alla figlia piccola, residenti a Cologna Veneta; ed in secondo luogo esprimere alcune riflessioni.
La vita umana e la dignità della persona sono valori che non hanno prezzo e che vengono prima di qualsiasi altra logica, per questo perdere la vita nel lavoro è una tragedia umana ed una grande ingiustizia sociale.Â
Per noi sindacato, organizzazione che ha il compito di tutelare il lavoro dipendente e di agire per la giustizia sociale, l'impedire le morti sul lavoro ed il battersi per la salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è il primo dei nostri compiti, e per questo drammi come quello accaduto venerdì scorso rappresentano prima di tutto una nostra sconfitta.
La morte di Zoran, giovane muratore, sposo e padre, chiama in causa non solo il sindacato e le sue responsabilità , ma anche anche tutti i soggetti che svolgono un ruolo sul tema della salute e della sicurezza sul lavoro, che non possono dirsi soddisfatti perché le morti sul lavoro e gli infortuni, questo dicono i dati, sono in calo da parecchi anni, perché la perdita anche di una sola vita è uno scandalo che ci deve indignare.
Occorre che le istituzioni preposte e tutti i soggetti che hanno delle responsabilità su questo tema lavorino in sinergia per far rispettare le norme in materia, non sempre applicate nei luoghi di lavoro, e soprattutto per costruire una cultura nuova che veda nella sicurezza un investimento economico oltre che una scelta eticamente giusta, necessaria per il bene delle persone e di tutta la società .
Se non facciamo tutti questa scelta, con determinazione e coerenza, e se non lavoriamo tutti per spingere nella stessa direzione e dare gambe a questa cultura nuova, rischiamo davvero che l'auspicata ripresa economica comporti un'altrettanta maledetta ripresa degli infortuni sui luoghi di lavoro.
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