Cgil: disoccupazione nel vicentino aumenta, piccoli Comuni devono aggregarsi
Lunedi 16 Marzo 2015 alle 17:55 | 0 commenti
Il responsabile della Camera del Lavoro Cgil di Montecchio Maggiore, Morgan Prebianca, insieme alla segretaria generale della Filctem Venera Reccardini, al segretario Fillea Massimo Esposito e al responsabile del dipartimento Stato sociale della Cgil vicentina Gino Ferraresso, hanno commentato i dati ufficiali sull’occupazione soprattutto nell’ovest vicentino. "La disoccupazione aumenta, altro che ripresa!" sostiene Prebianca e Ferraresso aggiunge: "i piccoli Comuni devono aggregarsi, altrimenti presto non ce la faranno a garantire i servizi!".
La nota ufficiale della Cgil con dati e dichiarazioni:
A fine 2014 nell'Ovest vicentino vi erano 5765 disoccupati (dato iscrizione CPI di Arzignano). "Un aumento della disoccupazione che si è attestato rispetto al 2013 del 6% e addirittura del 28% rispetto al 2012". Lo afferma il responsabile della Camera del Lavoro Cgil di Montecchio Maggiore Morgan Prebianca, che oggi ha commentato i dati ufficiali assieme alla segretaria generale della FIlctem Venera Reccardini, al segretario Fillea Massimo Esposito e al responsabile del dipartimento Stato sociale della Cgil vicentina Gino Ferraresso.
"Per quanto riguarda l'occupazione maschile l'aumento rispetto all'anno scorso è più alto, "ha affermato Prebianca: "ci attestiamo ad un più 10% di disoccupazione".Â
Per le donne invece la situazione è statica", continua, "e ci si è fermati ad un più 0,6%, segno che probabilmente le donne si sono rassegnate a stare a casa".
"La situazione per quanto riguarda la disoccupazione dei giovani è clamorosa", continua Prebianca: "più 14% di disoccupati rispetto al 2013, più 27% di disoccupati rispetto al 2012 e più 150% di disoccupazione rispetto al 2003".
"Sono dati allarmanti", denuncia Morgan Prebianca, "che ci fanno capire come la crisi non si sia fermata affatto".
Dati che vengono confermati da situazioni reali nelle aziende da Verena Reccardini e Massimo Esposito che tratteggiano un panorama di forti chiaroscuri. "Ci sono aziende con fatturati importanti (nella Top 500 delle vicentine) che usufruiscono di cassa integrazione e delocalizzano nell'Est Europa", denuncia la segretaria Filctem Verena Reccardini, "e altre invece che con lo stesso fatturato investono in innovazione e assumono e trattano bene i loro dipendenti con contratti integrativi interessanti".Â
"La differenza la fa il posizionamento sui mercati internazionali", sottolinea Massimo Esposito segretario della Fillea Cgil: "in particolare nel settore marmo abbiamo realtà aziendali che lavorano molto con l'estero dove la qualità della lavorazione italiana e della vallata del Chiampo è riconosciuta: vedi i casi di Dubai!" Esposito ricorda che anche i piccoli e medi artigiani in questo settore si associano nei consorzi per poter esportare il loro prodotto. "Difficile invece è la condizione dei lavoratori nel settore dell'edilizia, un settore caratterizzato comunque da una forte mobilità ", prosegue Esposito. "In crisi anche il settore del mobile e del legno che è stato messo in ginocchio anche dall'embargo verso la Russia".
Per chiudere Gino Ferraresso, responsabile del Dipartimento Stato Sociale della Cgil di Vicenza, ha illustrato i dati raccolti dallo SPI Cgil per quanto riguarda i comuni dell'Ovest Vicentino, confrontando la pressione fiscale con gli effettivi servizi erogati.
"I diritti dei lavoratori e il reddito", afferma Ferraresso, "non si contrattano solo sul posto di lavoro, ma anche su un altro piano: quello dei servizi alla persona, dei servizi sociali, in particolare dell'offerta dei servizi delle Ulss e dei comuni".
"Dall'analisi fatta c'è da dire che i comuni più piccoli non ce la fanno a tenere in piedi i servizi", sottolinea Ferraresso, "debbono quanto prima unirsi, e comunque a livello territoriale vi sono troppe differenze e disomogeneità tra la pressione fiscale e la spesa sociale, e non è detto che i comuni che chiedono di più poi siano quelli che danno di più al cittadino!"
"E' necessario che vi sia una tassazione uniforme su area vasta", spiega Ferraresso, "come ad esempio l'area dell'Ulss 5; poi è necessario verificare l'efficienza e il funzionamento delle società partecipate dagli enti comunali che erogano sevizi ai cittadini; inoltre è necessario che le amministrazioni locali utilizzino in modo scientifico i parametri ISEE per stilare le graduatorie delle famiglie più bisognose dei servizi sociali".
"Infine", conclude Ferraresso, "i comuni si devno impegnare nella lotta all'evasione fiscale: le segnalazioni da parte delle amministrazioni locali con le nuove leggi fanno guadagnare alle casse comunali il 100% delle risorse recuperate dalle autorità competenti".
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