Cerimonia eccidio di Schio e polemiche su partigiano Teppa, Deghenghi: braccio destro al cielo è gesto di condivisione
Martedi 12 Luglio 2016 alle 11:46 | 0 commenti
Riceviamo da Gian Luca Deghenghi, Direttivo Movimento Italia Sociale Vicenza, e pubblichiamo
Premesso che le argomentazioni a seguito riportate sono frutto esclusivo del pensiero dello scrivente, terrei a chiarire di aver accolto con moderato stupore ed una punta di esasperazione la notizia riportata oggi dal Giornale di Vicenza secondo la quale potrebbero essere in vista provvedimenti verso alcuni partecipanti alla commemorazione per ricordare le vittime dell' eccidio di Schio del 6/7 luglio 1945, organizzata da Continuità Ideale e svoltasi domenica scorsa, 10 luglio, alla quale mi sono unito.Orbene, tale cerimonia, circondata da un clima particolarmente polemico a causa del conferimento della medaglia a Valentino Bortoloso "Teppa", uno degli autori materiali della strage, mai come quest' anno si è svolta in maniera lineare e tranquilla.
Le stesse forze dell' ordine presenti per garantire l' ordinato svolgersi del corteo e della breve orazione sul luogo della carneficina, potranno testimoniarlo.
Certo, al momento del "presente", rito usualmente eseguito per il ricordo dei cinquattaquattro trucidati (e solo a loro dedicato), qualche braccio destro, compreso quello dello scrivente, si è levato al cielo.
Vietato dalla legge? Sarà pure, ma al di là della contrastanti pronunciamenti dei tribunali in materia, non ci vedo, in questo caso, nessuna apologia né tantomeno un affronto od una sfida a chicchessia, solo un rispettoso gesto di condivisione e vicinanza rivolto a coloro (prigionieri inermi, civili, donne e ragazzi, ricordiamocene) per i quali quel saluto fu sinonimo di amor di Patria e fu pagato con il più alto prezzo.
Dov' è l' istigazione all' odio, (verso chi?), dov' è il revisionismo, dov' è l' apologia del fascismo, dov' è il mancato rispetto della legge?
Non una parola di odio, non una falsa accusa, non uno slogan truce si è sentito durante la nostra cerimonia.
Se istigazione all' odio, intolleranza, provocazione, voglia di scontro violento vi sono stati, si cerchino dall' altra parte, se proprio se ne sente il bisogno. Si cerchino dall' altra parte, per la quale scandire fieramente "uccidere un fascista non è reato" è doveroso, oltre che, sembra, perfettamente lecito. Che pena.
Ci sarà , forse, il giudizio del tribunale per i saluti romani di domenica, anche se credo che alla fine prevarrà il buonsenso, ma quello che mi piacerebbe fosse importante agli occhi della cittadinanza è il giudizio sullo stile e sul profilo morale delle due contrapposte manifestazioni ospitate il dieci luglio a Schio.
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