Centro sport Palladio, tra scenari futuri ed eco passate
Lunedi 4 Marzo 2013 alle 20:08 | 0 commenti
Che cosa bolle in pentola per la vicenda del Centro Sport Palladio dopo le aperture ipotizzate dal primo cittadino? Gli obblighi che pesavano sui privati saranno rimossi da un nuovo accordo? Ma soprattutto che ne è della fidejussione che garantiva il comune?
Sono questi gli interrogativi che ruotano attorno al futuro della struttura sportiva di via Cavalieri di Vittorio Veneto, una struttura sulla quale a metà degli anni Duemila era infuriata una vera e propria battaglia politca.
In realtà erano state le amministrazioni di centrosinistra degli anni '90 a cucinare l'accordo con i privati per la realizzazione degli impianti. Il tutto a fronte di precisi obblighi tra i quali parcheggi, un parco Robinson, con tanto di attrezzature per bambini, un campo da bocce e uno da volley. La patata bollente durante il decennio di marca centrodestra (dal '99 al 2008) era passato in mano alla giunta capitanata dall'azzurro Enrico Hüllweck il quale cercò un accordo che venisse incontro ai desiderata dei privati che consideravano anacronistica la disciplina urbanistico-amministrativa prevista da palazzo Trissino per un comparto che oggi appartiene alla municipalità anche se l'amministrazione oggi col sindaco Achille Variati (Pd) punterebbe alla vendita anche per fare cassa. All'epoca un accordo non troppo dissimile trovò la netta opposizione di ampi settori del centrosinistra (col consigliere comunale verde Ciro Asproso) e quella della allora leghista Franca Equizi che ingaggiò un contenzioso al vetriolo con Hüllweck e con l'allora assessore al territorio Maurizio Franzina di Fi. «Oggigiorno rimane da capire - spiega Equizi - se la fidejussione data in garanzia dai privati sia stata rinnovata, se sia stata escussa dal comune per inadempienza, o se sia ancora esistente. Di più, ove il comune ritenga di aver bisogno di risorse proprio da quella cessione potrebbe valutare anche la strada di una incamerazione delle fidejussioni senza dismettere l'area. L'amministarzione proceda con cautela, ma soprattutto spieghi alla cittadanza a carte scoperte quale è lo stato della situazione perché sono passati tanti anni e le carte sul tavolo opotrebbero essere altre».
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