Quotidiano |

Centri sociali “occupano” Venezia: barricate alla Banca d'Italia e bloccato Ponte di Rialto

Di Edoardo Pepe Lunedi 2 Marzo 2015 alle 16:44 | 0 commenti

ArticleImage

Per lanciare la giornata di mobilitazione europea Blockupy del 18 marzo a Francoforte, giorno dell’inaugurazione della sede della Banca centrale europea, lunedì 2 marzo 2015 circa 150 attivisti dei Centri sociali del nordest, arrivati anche dal Bocciodromo di Vicenza, hanno “occupato” Venezia: in mattinata è stata chiusa con delle barricate la sede della Banca d'Italia, poi verso le ore 13 gli attivisti si sono mossi in corteo per le calli della città, bloccando il Ponte di Rialto sul quale sono stati esposti gli striscioni che rilanciavano l'appuntamento di Francoforte (fotogallery).

Il comunicato con le ragioni dell'azione dei centri sociali:

Centinaia attivisti dei Centri sociali del Nordest hanno chiuso questa mattina con delle barricate la sede della Banca d'Italia a Venezia. Alle 7.30 i manifestanti - con passamontagna color arcobaleno e k-way blu, che richiamano uno dei colori dei diversi blocchi che nella mattina del 18 marzo si troveranno a Francoforte per impedire l'inaugurazione della nuova Eurotower - hanno praticato il blocco della Banca d'Italia, a un passo dal Rialto, considerata uno dei simboli dell'austerità europea.
Riprendendo lo slogan “Save people not banks”, i Centri sociali del nordest lanciano così la mobilitazione del prossimo 18 marzo a Francoforte, in occasione dell'inaugurazione della sede della Banca centrale europea.
“La sede della Banca centrale europea è oggetto di una contestazione pluriennale da parte di una coalizione sociale ampia ed eterogena - chiamata Blockupy - che è nata in Germania nel 2012 con un respiro transnazionale. Movimenti sociali, sindacati indipendenti, partiti politici non tradizionali provenienti da diversi paesi hanno dato vita ad una piattaforma politica che, promuovendo manifestazioni, blocchi, sit-in nella city finanziaria europea, vuole delegittimare l’Europa costituita con il Trattato di Maastricht del 1992. Blockupy invita i cittadini europei per partecipare a una giornata di “azione transnazionale” il 18 marzo a Francoforte”, spiegano gli attivisti.
È duplice il messaggio che si vuole far passare con la chiusura di oggi della Banca d'Italia e con le mobilitazioni di Blockupy a Francoforte il 18 marzo: “Da un lato, manifestiamo il rifiuto del rigore e dell’austerità della troika; dall'altro, desideriamo così ridisegnare l’Europa in una cornice inclusiva, realmente democratica e sociale, dal basso”.
Verso le 13.00, lasciata la sede della Banca d'Italia ancora serrata dalle barricate, gli attivisti si sono mossi in corteo selvaggio per le calli della città, bloccando il Ponte di Rialto dove sono stati esposti gli striscioni che rilanciavano l'appuntamento di Francoforte.
Il corteo ha toccato tutti i punti sensibili della città, fra cori e slogan, ricordando che la vera alternativa che è possibile praticare per un'Europa senza confini è quella del mutualismo e dell'antifascismo, come le piazze stanno chiaramente dicendo in questi giorni.
L'iniziativa si colloca tra quelle della Commune of Europe, un percorso che, a partire dai Centri sociali del Nord-Est, Emilia Romagna, Napoli e Marche, insieme ai compagni di Interventionistische Linke della Germania, si estende a tutti quei movimenti che in Europa si battono per la richiesta e la riappropriazione di welfare, diritti e democrazia. La Commune of Europe sarà in piazza il 18 marzo a Francoforte per  ribadire che l'Europa non è soltanto uno spazio di lotta da attraversare, ma anche un orizzonte critico della pratica del comune. 

Leggi tutti gli articoli su: banche, Bce, bocciodromo, Banca d'Italia, Centri sociali, Blockupy

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network