Centri Diurni e bilancio Ulss 6 di Vicenza
Lunedi 2 Settembre 2013 alle 11:37 | 0 commenti
Riceviamo da Italo Francesco Baldo e pubblichiamo - Almeno da vent’anni si agita lo spettro del bilancio dell’Unità Locale Socio-Sanitaria n.6-Vicenza per la parte “sociale. Nessuno sa veramente quanto viene speso dall’ULSS per questo suo importante settore e soprattutto non si conoscono bene le spese generali sostenute per i servizi.Â
L’ULSS si è sempre trincerata dietro l’affermazione che i bilanci sono redatti secondo le norme e che pertanto essi sono legalmente chiari. Purtroppo una visione particolare, appunto del settore sociale, non si è mai avuta, tranne quando una Direttrice dei Servizi sociali, dotto.ssa A. Pinzauti, ammise che le spese generali per l’erogazione dei servizi ammontavano al 33% del bilancio stesso. Nessuno ha mai smentito ufficialmente questa cifra; si sperava che il problema andasse nel dimenticatoio, come sempre. Con l’Assessorato Giuliari, Alla pace e alla famiglia e non ai servizi sociali, la questione si ripresentò nel 2008. L’allora Assessore, accogliendo le istanze di alcune Associazioni di genitori di persone con disabilità , accettò di far possibile luce sull’arcano. Subito dopo ammise che non poteva farci nulla, dato che il bilancio era già stato predisposto, ma che per gli anni futuri, promise da buon politico, avrebbe provveduto a coinvolgere nel delicato problema appunto le associazioni. Queste temevano e temono la riduzione dei servizi per i loro figli e accanto a loro i gestori dei servizi, non quelli direttamente afferenti all’ULSS, i loro bilanci, la cosa che interessa di più. Si vociferava di cambiamenti importanti per i Centri Diurni (CEOD) e il resto. L’ex assessore convocò le associazioni, ma non per discutere di bilanci e di trasparenza dei medesimi, ma per far elaborare una Carta dei servizi per le persone-cittadini con disabilità . La Carta fu redatta e di bilanci non si parlò più, tanto che è arrivata la sorpresa di cui oggi si parla, ma era nota fin da luglio 2013 Il bilancio era stato predisposto in precedenza e le novità non erano state certo palesate alle associazioni dei genitori che se le sono ritrovate, nonostante il loro “da farsi†per l’elezione del Sindaco Variati, partecipando con candidati (Dottor Poli e Dott.ssa Miniutti) alla sua lista.
La Carta dei Diritti, udite, fu approvata dalla Conferenza dei Sindaci e come tante altre Dichiarazioni, temo, farà solo bella mostra di se stessa e non troverà certo facile attuazione.Â
Nelle difficoltà di bilancio dell’ULSS la Regione Veneto ha sempre un ruolo decisivo, dato che è questa istituzione che detta le regole per la non autosufficienza. L’Assessore regionale Sernagiotto ha prospettato le difficoltà e, visitando un CEOD, quello della Cooperativa “la Fragliaâ€, ha proposto un incontro tra i Sindaci e le Associazioni per approfondire proprio il tema dei CEOD e di quale possano essere addirittura delle soluzioni alternative. Non fu nemmeno ascoltato e chi preparò un progetto del possibile incontro fu messo a tacere, forse per collusione con quello che era il nemico, mentre “amico†era l’assessore del Comune di Vicenza.
Ora la questione è divenuta gravissima; si tende a trasformare le residenze per persone con disabilità in vere e proprie case di riposo, quando non Residenze Sanitarie Assistite. In queste strutture gli “ospitiâ€Â permangono tutto il giorno e solo e occasionalmente hanno una vista sociale esterna. L’idea che invece a Vicenza era stata sposata addirittura dal Sindaco Quaresimin, nonostante l’opposizione ULSS, era quella che le residenze fossero “case†e non luoghi di residenza, elegantemente diremoâ€coattaâ€. Per questo motivo gli abitanti della “casa†avevano un’attività esterna, appunto nel CEOD. Tentativi di creare situazioni di attività non CEOD sono sempre stati “frustrati†dall’ULSS e non solo.
  Ora il problema non è quello di “tavoliâ€, non se ne può più, l’esperienza ha ben dimostrato che servono a pochissimo, spesso a far dimenticare lo stesso problema per cui erano stati convocati.
Intanto resta la situazione delle persone disabili, ma la preoccupazione sembra cadere più sui lavoratori, che, diminuiti i frequentanti il CEOD, dovranno essere forse licenziati. Ma il vero è che dalle ore 9 alle ore 16, salvo aspetti problematici nella “case†non ci sono operatori. Quindi si dovrà procedere, se rimangono le decisioni di bilancio assunte, provvedere a nuove assunzioni, con problemi per i bilanci delle Cooperative, cosa che le preoccupa moltissimo, dato che la questione economica è sempre in realtà al primo posto e mai in funzione, valga anche per l’ULSS, dei cittadini. Si parla quasi sempre solo di “schei†e chi, come il sottoscritto ha tentato di indicare altra strada, è stato zittito.
  Purtroppo sembra che l’unica strada sia quello del Ceod per le persone con disabilità , nemmeno si pensa a sperimentare. L’ l’insuccesso di una indicazione in tal senso della cooperativa “la Fraglia†è caduta nel vuoto (cfr. il volume Oltre dalla scuola al lavoro percorsi interrotti, reperibile in Biblioteca Bertoliana).
  Forse bisogna pensare che il CEOD non è l’unica soluzione, lo diceva anche l’Assessore Sernaggiotto, inascoltato a Vicenza, forse più per motivi di parte politica che non si validità di idee. La ragione di ciò risiede nel fatto che i CEOD sono gestiti da Cooperative, le quali con cambiamenti di prospettiva di attività per le persone-cittadini con disabilità rischierebbero pure qualche cosa.
  Vi debbono essere, soprattutto in periodi di crisi, idee, sperimentazioni nuove. L’esistente può essere la migliore soluzione, ma non è detto fino a che non si pensano almeno linee nuove.
  Il tavolo che pare debba essere convocato dal nuovo assessore, nemmeno lei ai servizi sociali, ma “alla comunità e alla famigliaâ€, anziché pensare solo a fare “taconi†che spesso son peggio del “busoâ€, inizi a riflettere su nuove vie, come quella di cui sopra. Le persone con disabilità che lavorano in una fabbrica, pur con tutte le sicurezze necessarie, ma non isolati in un CEOD, ma coinvolti nella vera dinamica del lavoro, quindi integrati autenticamente. La si smetta di pensare solo il CEOD come soluzione e si cerchi qualcosa di nuovo di cui si ha proprio bisogno per quella integrazione di cui si parla. Poi i problemi economici e quelli di bilancio, dove deve esserci chiarezza delle spese, anche quelle generali, che pare siano eccessive e che dovrebbero essere ridotte prima di ridurre i servizi.
Tutto ciò con buona pace delle cooperative, dell’ULSS perché la società italiana ha bisogno di novità . Il vecchio che sopravanza sempre non è la buona ricetta, tranne che per coloro che non intendono mai cambiare, perché il cambiamento implica spesso che per loro finisce un’epoca. Loro intendono cambiare solo ciò che fa rimanere tutto come prima. Intanto il mondo prende altre strade e magari negative per coloro che sono i più deboli nella società e a cui manca voce, dato che la voce grossa e le battaglie sono dei principi di Salina per i quali tutto deve cambiare per rimanere sempre tutto uguale.Accedi per inserire un commento
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