Cene eleganti per gente di un certo livello
Sabato 8 Novembre 2014 alle 19:04 | 1 commenti
E intanto, mentre i lavoratori subiscono i pestaggi delle "forze dell'ordine" e pagano la crisi provocata da un liberismo spaventoso ed ingiusto, il PD organizza cene al prezzo di 1.000 euro per commensale. Sono, come si può capire, cene eleganti per gente di un certo livello che servono a rimpinguare le casse del partito. Gli "ospiti paganti" accorrono entusiasti e tutti sono contenti perché il finanziamento privato è molto bello e moderno.
E, allora, si dia inizio ai banchetti frequentati dalla gente che conta e che può pagare qualsiasi cifra per essere presente all'evento.
I capi del PD devono aver pensato che, se vogliono raggranellare soldi e tanti, gli "ospiti" non possono essere gli operai, i cassintegrati, i pensionati. I denari li chiedono così ai padroni, ai capitalisti, ai finanzieri, a chi ha esportato più meno legalmente capitali all'estero, a quelli che hanno delocalizzato, a quelli che non ci pensano un attimo a licenziare e chiudere le fabbriche. E alla gente di spettacolo che, così, si fa pubblicità . "Bellaggente", insomma. Loro si che hanno i soldi per finanziare Renzi e il PD.
I sospetto, più che legittimo, è che nel dopo cena sarà facile che ci sia una specie di "riconoscenza" da parte di chi ha fatto cassa nei confronti di chi ha pagato. Questo ricade nella logica delle attuali consuetudini politiche italiane. In effetti, la politica viene fatta non più per vocazione o per passione, ma perché è un "mestiere" (come afferma Alessandra Moretti, probabile futura candidata per il PD alla presidenza della regione Veneto) che viene svolto sostanzialmente per il proprio tornaconto personale, di quello del gruppo di riferimento o di entrambi. Un mestiere che serve a gestire quell'intreccio perverso tra la "cosa pubblica" e gli interessi personali che è diventato caratteristica principale della "modernità " (e dello scempio) del fare politica oggigiorno. Una modernità falsa e ambigua che assomiglia tanto a quei sistemi di società basati sull'ingiustizia sociale (società vecchie e polverose che si pensavano spazzate via dalla rivoluzione francese, da quella russa e, perché no, anche dalla nostra Costituzione). Società nelle quali chi poteva fare politica e comandare apparteneva sempre alla classe più agiata. Fare politica e dirigere il paese era privilegio dei ricchi ... il popolo doveva accettare la propria condizione di servile sudditanza. Senza protestare.
Forse non ce ne accorgiamo appieno, ma si sta tornando a quelle condizioni. Il problema è che sono tutti contenti. Ce lo fanno capire con le parole e i fatti. Il tesoriere del PD dichiara, infatti: «Credo che il Pd, dopo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, abbia inaugurato una nuova modalità di "fund raising". Nei prossimi giorni passeremo alla fase della trasparenza».
Sono convinti ed entusiasti, a partire da Alessandra Moretti che deve aver maturato una certa esperienza in queste forme di finanziamento visto l'uso che ne ha fatto per la propria, recente, campagna elettorale per il parlamento europeo. È bene ricordare, a tal proposito, il pranzo organizzato a tal fine dal presidente della Maltauro. Pranzo che si è svolto lo stesso giorno nel quale, Enrico Maltauro, allora amministratore delegato dell'impresa che porta il suo cognome, veniva arrestato perché coinvolto nello scandalo dell'Expo. Tutte cose lecite, per carità , ma anche un po' inopportune.
Non c'è che dire, le "cene eleganti" e costosissime organizzate dal PD a Milano e Roma, sono proprio un bell'esempio di quella "trasparenza" promessa dal tesoriere del PD. Un metodo che, a detta dei "nuovi" dirigenti di quel partito, è limpido e immune da qualsiasi pericolo di sudditanza e qualsiasi tentazione di restituire il favore. I legittimi dubbi, però, rimangono.
Tempo fa, quando in politica si aveva ancora un minimo di pudore e di serietà , questo modo di ottenere risorse (ben diverso dalla sottoscrizione e dal lavoro che militanti e simpatizzanti davano al partito senza chiedere nulla in cambio) sarebbe stato visto come indicativo di legami poco chiari. Oggi non è più così. Tutto è personale, privatizzato, frutto della "generosità " di qualche mecenate che, molto probabilmente, prima o poi chiederà qualcosa in cambio. E se non lo farà , sarà naturale che l'organizzazione che ha ricevuto la regalia, si sentirà in obbligo e avrà un occhio di riguardo per favorire gli interessi del finanziatore di turno. È la maniera più classica e normale di consegnare la politica a chi ha la ricchezza per farla. La politica pulita, fatta per passione è, per questa "bellaggente", qualcosa di superato, di obsoleto. Fare politica per loro è null'altro che esercitare un mestiere che deve essere molto ben remunerato.
Ormai è chiaro, il PD è diventato un partito personale, è un comitato elettorale di tipo statunitense che risponde a lobby formate da chi detiene la stragrande maggioranza della ricchezza del paese e può sborsare, per una cena, quanto un operaio percepisce in un mese di lavoro e fatica. È la trasformazione definitiva del partito in un insieme di comitati di affari che risponderanno ai propri "benefattori" e non alle aspirazioni e ai bisogni dei cittadini che vivono del proprio lavoro e pagano le tasse.
Anche per questo è difficile, molto difficile, associare il PD alla sinistra, quella vera. Ci si renda conto che l'accostamento del termine "sinistra" ai nomi "Renzi", "governo", "PD", "Moretti" e soci è alquanto bizzarro. Li si definisca per quello che realmente sono: furbi opportunisti e carrieristi più o meno capaci che fanno gli interessi di quei ricchi che li finanziano e ai quali devono rispondere. Sono politicanti e organizzazioni che hanno deciso che la parte della barricata nella quale hanno scelto di prendere posto, occupando comode poltrone, non è certamente quella di chi lavora in catena di montaggio, nelle fabbriche, negli uffici, nei cantieri. Non è, neanche, quella di chi è disoccupato o di chi percepisce pensioni tutt'altro che d'oro. E non è quella di chi non riesce a trovare lavoro e fa fatica ad arrivare a fine mese.
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