Un mondo si muove nel Vicentino: il mercato immobiliare delle invasioni barbariche
Domenica 8 Gennaio 2012 alle 14:00 | 0 commenti
Guido Zentile, Dipartimento ambiente - territorio e mobilità sostenibile Prc FdS Vicenza Ecco due esempi peculiari, fra loro contestualmente diversi, ma concettualmente similari per il risultato finale che si vorrebbe ottenere, cioè la svendita di un patrimonio che è di noi tutti, un bene comune, della comunità .
1 - Vicenza e l’Azienda ULSS.
La panoramica edilizio - sanitaria in città a Vicenza è da un po' di tempo molto agitata. Tutto ruota attorno al trasferimento di alcune strutture nell’area dell’ex seminario (San Bortolo 2), e nell’imminente inizio lavori della costruzione del 6° lotto (completamento San Bortolo 1).
Tutto questo al fine di concentrare, a seguito di un percorso a tappe, le principali strutture ospedaliere e ambulatoriali vicentine in un’unica grande struttura ravvicinata, invece di avere più sedi o succursali sparse per il territorio comunale. Resterebbero esterne, ma nell’ambito dell’indotto, a conclusione del lungo iter, l’area operativa costituente il polo della prevenzione e della sicurezza che troverà allocazione nella nuova sede nel quartiere di Laghetto (e qui entrano in ballo i progetti che il PAT e l’ex PP10 - ora “gentilmente†green way - prevedono nel quartiere), e le scuole sanitarie che verranno integrate nel polo universitario di viale Margherita.
Da un punto di vista strategico - funzionale, ciò è positivo, naturalmente se rapportato alle dimensioni di una città come Vicenza e all’ambito territoriale di competenza dell’Azienda ULSS, Certamente, se si vuole che il tutto sia funzionalmente integrato, i vari distretti sanitari, e i medici di base, dovranno essere localmente operativi e dare l’assistenza e la consulenza necessaria.
Ma vediamo quale politica delle dismissioni, a stralci, comporta tutto questo e i possibili intenzionali (meglio reali) sviluppi futuri.
Se tutto gira come dai programmi dell’Azienda ULSS locale, nel giro di qualche anno verranno dimessi dall’uso, e quindi immessi nel mercato immobiliare (!!), le seguenti strutture a Vicenza città :
-       Poliambulatorio di contrà Mure Santa Lucia, e dipartimenti di via IV Novembre;
-Â Â Â Â Â Â Â San Bortolo, complesso ex scuola infermieri;
-       Distretto sanitario contrà S.S. Apostoli;
-Â Â Â Â Â Â Â Complesso ex ospedale psichiatrico di corso San Felice.
Tre di queste strutture sono in centro storico, all’interno della cinta muraria, l’altra immediatamente all’esterno (il complesso di corso san Felice, il più grande e il più appetibile, quale addizione al centro storico, e confinante con l’area ex Domenichelli, aspetto questo di non poco conto), già certificato in sede di PAT. Quale sarà la futura destinazione di questi complessi è ancora presto per dirlo, di certo saranno tutti oggetto di specifici piani particolareggiati, vista la diversa, tipologia, epoca di costruzione e ubicazione di ciascuno.
Forse il Piano degli Interventi che la Giunta Variati tiene nel cassetto, per renderlo, già blindato, formalmente trasparente qualche giorno prima del dibattimento in Consiglio anticiperà qualche numero.
Di certo alcuni pezzi importanti di città verranno consegnati al mercato, un mercato che si profila chiuso ed elitario, un’ulteriore incidenza della gentrification (starebbe per nobilitazione, cioè rendere nobile - altolocata la città o una parte di essa; rif.to: Saskia Sassen - le città nell'economia globale), con pesanti ripercussioni sociali, tali da rendere la questione abitativa lontana dalle esigenze dei cittadini, o meglio di chi vorrebbe convivere in una città e vivere la città . Ci sarà un piano che prevede quote di edilizia popolare, alloggi economicamente alla portata di chi vuole abitare in uno spazio aperto e di relazione? Staremo a vedere, da qui alla prossima befana c'è un anno di tempo.
2 - Camisano Vic.no, area ex Consorzio Agrario.
L’altra storiella arriva da Camisano Vic.no. Una vasta area (ex Consorzio Agrario) all’interno del noto centro agricolo-commerciale, sulla via del mercato, ora adibita a parcheggio, che l’Ater, l’ente che dovrebbe occuparsi di edilizia popolare, già proprietario dell’immobile, ha rivenduto al Comune. Anche l’edilizia popolare viene coinvolta dalla crisi? L’unico settore degno e rispettoso di essere invece portato avanti, che permette di dare casa (a prezzi calmierati) a coloro, sia autoctoni, sia immigrati (italiani e stranieri), di qualsiasi etnia, che si trovano in condizioni economiche e familiari tali da non permettere di farsi attanagliare da un mercato speculativo che vede unita la triade degli avvoltoi, composta da costruttori, immobiliaristi e banche.
Si sa bene, è naturale, l’Ater non è un ente di beneficenza che applica l’altruismo, vuole essere anch’esso un ente che fonda il suo principio sul guadagno, anzi sul far cassa. Lo spirito di aiutare, andare incontro alle famiglie, non c’è. Se non è il momento buono per costruire (come recita il mercato) non si costruisce. E qui invece sbaglia: è proprio l’edilizia popolare uno degli sbocchi, un possibile rilancio, per l’economia. Un primo passo per fornire tranquillità economica alla gente comune (non certo la ricca borghesia) che l’allontani dagli artigli della banche. Ma si sa oggi è più importante fare conoscere termini anglo-italiani tipici del linguaggio borsistico, invece di schei, bollette, casa, mangiare, salute ……..
Il destino di quell’area? Non occorre essere dei geni nel campo dell’economia urbana applicata al territorio. Camisano Vic.no è in un’ottima posizione. Coinvolge due province, facilmente raggiungibile, sia dal capoluogo (Vicenza), sia da Padova (Villafranca Padovana, il Comune confinante, fa parte con il proprio capoluogo del PATI della cintura urbana, quindi l’aggancio è automatico).
Se il Comune di Camisano vuole svendere il proprio territorio (pur trattandosi di un’area dismessa, in un contesto urbanizzato) per fa cassa, nessuno glielo impedisce, ma tengo a precisare che il miglior investimento sta nella salute e nella serenità della gente. Di questo passo si uccide (o si invita a suicidarsi) il malato.
C’è un mondo, una città , che si muove ...
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