Cavità sotterranee a rischio ambientale
Mercoledi 3 Febbraio 2010 alle 18:42 | 0 commenti
CS ProteoÂ
Cavità a rischio ambientale - Vicenza regno delle pattumiere sotterranee
Per adesso, a livello nazionale, ne sono state censite appena mezzo migliaio, individuate tra le circa 70.000 grotte che formano il patrimonio ipogeo italiano. Parliamo delle cavità che sono state inserite nel neonato catasto nazionale delle grotte inquinate. Il Veneto, nel catasto nazionale delle grotte, contribuisce con oltre 8.000 cavità i cui dati significativi sono conservati nell'archivio che viene costantemente aggiornato dal Club Speleologico Proteo di Vicenza. Un decimo delle grotte presenti sul suolo italico sono ubicate nella regione Veneto e, tra queste 8.000 grotte, circa sessanta sono interessate da gravi e preoccupanti fenomeni d'inquinamento. E' sorto così il catasto parallelo delle "cavità a rischio ambientale" che da subito ha visto la nostra provincia primeggiare, purtroppo in negativo. Vicenza è nettamente la provincia più "cariata" del Veneto anzi potrebbe benissimo rivaleggiare con il carso friulano. Delle 8.000 grotte venete ben 4.200 si aprono sui Berici, Lessini, Altipiano di Asiago, Tonezza e Fiorentini e Pasubio. Un groviera (oltre il 70% del territorio vicentino è montuoso) generato dalle acque ed ancor oggi modellato dalle acque profonde che poi vanno ad alimentare le falde freatiche della pianura per poi essere dirottate nei rubinetti di casa. A tutt'oggi sono state inserite nel catasto regionale delle cavità inquinate ben 63 grotte del Veneto, tutte accomunate dallo stato di grave degrado in cui versano. Del triste elenco Vicenza entra con ben 50 grotte ma il censimento è appena agli inizi. Cavità gravemente inquinate senza distinzioni se non quella più ovvia che le grotte prossime ai centri abitati o alle strade sono le più interessate al fenomeno.
Una lista nera di grotte in grave stato di degrado, addirittura alcune totalmente occluse dai rifiuti e successivamente mascherate con una pellicola di terriccio come la voragine Valmarana dalla quale d'inverno di leva un vapore fetido proveniente dai 13 -15 mila metri cubi di monnezza che fermenta dai -100 alla superficie, nel ventre della collinetta berica.
La voragine Valmarana è un caso eclatante ma la geografia vicentina passa anche per il Turcio sull'altopiano di Asiago, nel Brutto Buso, toponimo azzeccato per un altro - 100 oggi totalmente riempito d'immondizie. Il Brutto Buso viene attraversato dalle acque meteoriche che si arricchiscono di liquami prima di finire nell'Oliero per poi venire rispedite in altopiano per scopi idropotabili. Alcune grotte sono state denominate tali proprio per il cattivo uso di cui sono state fatte oggetto. E' il caso delle due grotte verticali "Pozzetti delle Scoasse" di Asiago, la "Discarica" di Asiago, il "Pozzo Stropà " alle Fratte di Arsiero, il "Pozzetto dei Rifiuti" di Castelgomberto ed il "Buso dei Veri (vetri)" di Zovencedo. Altre, come la voragine Castellaro di Villa di Fimon sui Berici è utilizzata come cimitero di animali.
L'abbandono di rifiuti in grotte/risorgive è ancor più devastante ed incalcolabili sono i danni che si perpetuano nel tempo. E' il caso della sorgente Scandolaro di Lumignano e della risorgenza del Corio di Villaga che di fatto ha reso inutilizzabili per fini idropotabili due importanti sorgenti beriche. Ci sono state anche azioni di ripristino da parte del volontariato speleologico che hanno portato al recupero della Speluga di Fondi a Caltrano, del Buso di Busafonda a Gallio e della Spaluga di Lusiana ma nell'educazione al rispetto dei siti e nella prevenzione che ci si deve muovere prima di dover prendere atto di situazioni di degrado irreversibile come nel caso di Valmarana.
C S PROTEO DI VICENZA
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