Archivio per tag: speleologia

Gambugliano, eternit nella sorgente

Martedi 9 Febbraio 2010 alle 17:45

Giancarlo Marchetto 

Scempio ambientale a Gambugliano - la grotta/sorgente nella Val delle Legne riempita di eternit

 

Una montagna di eternit all'interno della grotta sorgente Val delle Legne di Gambugliano, questa la terribile scoperta fatta da alcuni speleologi del Club Speleologico Proteo di Vicenza che nella grotta sorgente lessinea avevano programmato una esplorazione al fine di completarne il rilievo topografico. La grotta, scoperta ed esplorata per poco più di una decina di metri nel novembre del 1978 dallo speleologo Gianni De Angeli e dal geologo Dario Zampieri, ha un'importanza straordinaria in quanto raccoglie le acque della vallata che proprio da questa piccola cavità carsica fuoriescono durante tutto l'anno anche nei periodi di massima siccità della zona. L'apertura della grotta che dal rilievo topografico era originariamente di 1,5 metri e l'interno, per alcuni metri, sono quasi totalmente occlusi dall'eternit scaricata abusivamente e grossolanamente celata nella grotta, probabilmente utilizzando un camion con il quale è possibile arrivare sino all'ingresso della grotta/sorgente. La cavità è censita nel catasto regionale delle Grotte con il codice di appartenenza n.ro 1630 V VI ma soprattutto con il codice identificativo 2404403 fa parte del patrimonio idrico delle sorgenti del Veneto, atlante redatto dall'ARPAV nel 2008 nel quale sono raccolte le più importanti sorgenti carsiche della regione. Un disastro ambientale che ha lasciato ammutoliti ed arrabbiati gli speleologi per un'azione criminale che non può trovare giustificazioni La grotta sorgente val delle Legne infatti è ricca di acqua sorgiva tutto l'anno e le sue acque fanno parte del bacino idrografico del fiume Retrone. L'atto criminoso è stato compiuto qualche anno fa come hanno desunto gli speleologi in considerazione del fatto che l'eternit è fortemente alterata e parzialmente ricoperta dalla vegetazione. Le acque sorgive scorrono attraverso l'eternit trasportando i letali filamenti d'amianto che vanno poi a finire nei sistemi fluviali della zona sino al Retrone. Il corso d'acqua che fuoriesce dalla sorgente carsica va a confluire, proprio al termine della Valdiezza nel Lonte, formando il Retrone. Una bomba ecologica, quella scoperta dai soci del Proteo, che si viene ad aggiungere a numerose altre gravissime aggressioni ambientali, a tutt'oggi insanate, del territorio provinciale quali la voragine Valmarana stipata per quasi 100 metri di rifiuti tossici o la sorgente Scandolaro di Lumignano, inutilizzabile dagli anni '90 causa l'avvelenamento da idrocarburi. La sorgente di val delle Legne si apre in una sorta di paradiso ambientale dei Lessini vicentini, un'area di tutela assoluta in quanto inclusa nell'area di produzione del Lessini Durello, area DOC riconosciuta dalla regione Veneto. La denuncia del mondo speleologico e la rabbia degli ambientalisti ora, sull'amianto stipato nella grotta sorgente delle legne, deve trovare una risposta in tempi rapidi da parte delle istituzioni, raccogliendo anche l'appello dei cittadini che chiedono maggiori controlli e pene più severe a chi avvelena l'acqua e distrugge l'ambiente senza alcuno scrupolo.

Giancarlo Marchetto

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Cavità sotterranee a rischio ambientale

Mercoledi 3 Febbraio 2010 alle 18:42

CS Proteo 

Cavità a rischio ambientale - Vicenza regno delle pattumiere sotterranee

 

Per adesso, a livello nazionale, ne sono state censite appena mezzo migliaio, individuate tra le circa 70.000 grotte che formano il patrimonio ipogeo italiano. Parliamo delle cavità che sono state inserite nel neonato catasto nazionale delle grotte inquinate. Il Veneto, nel catasto nazionale delle grotte, contribuisce con oltre 8.000 cavità i cui dati significativi sono conservati nell'archivio che viene costantemente aggiornato dal Club Speleologico Proteo di Vicenza. Un decimo delle grotte presenti sul suolo italico sono ubicate nella regione Veneto e, tra queste 8.000 grotte, circa sessanta sono interessate da gravi e preoccupanti fenomeni d'inquinamento. E' sorto così il catasto parallelo delle "cavità a rischio ambientale" che da subito ha visto la nostra provincia primeggiare, purtroppo in negativo. Vicenza è nettamente la provincia più "cariata" del Veneto anzi potrebbe benissimo rivaleggiare con il carso friulano. Delle 8.000 grotte venete ben 4.200 si aprono sui Berici, Lessini, Altipiano di Asiago, Tonezza e Fiorentini e Pasubio. Un groviera (oltre il 70% del territorio vicentino è montuoso) generato dalle acque ed ancor oggi modellato dalle acque profonde che poi vanno ad alimentare le falde freatiche della pianura per poi essere dirottate nei rubinetti di casa. A tutt'oggi sono state inserite nel catasto regionale delle cavità inquinate ben 63 grotte del Veneto, tutte accomunate dallo stato di grave degrado in cui versano. Del triste elenco Vicenza entra con ben 50 grotte ma il censimento è appena agli inizi. Cavità gravemente inquinate senza distinzioni se non quella più ovvia che le grotte prossime ai centri abitati o alle strade sono le più interessate al fenomeno.
Una lista nera di grotte in grave stato di degrado, addirittura alcune totalmente occluse dai rifiuti e successivamente mascherate con una pellicola di terriccio come la voragine Valmarana dalla quale d'inverno di leva un vapore fetido proveniente dai 13 -15 mila metri cubi di monnezza che fermenta dai -100 alla superficie, nel ventre della collinetta berica.
La voragine Valmarana è un caso eclatante ma la geografia vicentina passa anche per il Turcio sull'altopiano di Asiago, nel Brutto Buso, toponimo azzeccato per un altro - 100 oggi totalmente riempito d'immondizie. Il Brutto Buso viene attraversato dalle acque meteoriche che si arricchiscono di liquami prima di finire nell'Oliero per poi venire rispedite in altopiano per scopi idropotabili. Alcune grotte sono state denominate tali proprio per il cattivo uso di cui sono state fatte oggetto. E' il caso delle due grotte verticali "Pozzetti delle Scoasse" di Asiago, la "Discarica" di Asiago, il "Pozzo Stropà" alle Fratte di Arsiero, il "Pozzetto dei Rifiuti" di Castelgomberto ed il "Buso dei Veri (vetri)" di Zovencedo. Altre, come la voragine Castellaro di Villa di Fimon sui Berici è utilizzata come cimitero di animali.
L'abbandono di rifiuti in grotte/risorgive è ancor più devastante ed incalcolabili sono i danni che si perpetuano nel tempo. E' il caso della sorgente Scandolaro di Lumignano e della risorgenza del Corio di Villaga che di fatto ha reso inutilizzabili per fini idropotabili due importanti sorgenti beriche. Ci sono state anche azioni di ripristino da parte del volontariato speleologico che hanno portato al recupero della Speluga di Fondi a Caltrano, del Buso di Busafonda a Gallio e della Spaluga di Lusiana ma nell'educazione al rispetto dei siti e nella prevenzione che ci si deve muovere prima di dover prendere atto di situazioni di degrado irreversibile come nel caso di Valmarana.

C S PROTEO DI VICENZA

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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