Caso Tuttoggi: "così muore giornalismo d'inchiesta"
Sabato 28 Giugno 2014 alle 18:47 | 0 commenti
ANSO - L’ANSO esprime massima solidarietà ai colleghi di Tuttoggi.info, i delicati argomenti della libertà di informazione sono sempre all’ordine del giorno specialmente nel riguardo dei piccoli editori. Confermiamo la disponibilità dell’Associazione a valutare come sempre tutte le iniziative che si renderanno opportune laddove si mettessero in discussione i diritti fondamentali dell'informazione per la vita democratica del Paese.
Di seguito l’articolo del Direttore Responsabile di Tuttoggi.info con la cronistoria della vicenda:
“Oscurate quegli articoli. E’ una sentenza choc quella emessa dalla Corte di Cassazione che, ribaltando il dispositivo del Tribunale del Riesame di Perugia, ha riconosciuto fondato il provvedimento del Gip di Spoleto che lo scorso dicembre 2013 aveva oscurato tre articoli di Tuttoggi.info relativi allo scandalo che ha travolto la Banca Popolare di Spoleto, in pratica quelli che riportavano alcuni stralci delle intercettazioni. Non sono ancora note le motivazioni dell’ordinanza, ma il provvedimento rischia di creare un pericoloso precedente per l’informazione.
“E’ un colpo al cuore del diritto di informazione – dice il direttore di Tuttoggi.info –, siamo sconcertati e sconfortati da questa Ordinanza che imbavaglia la stampa, laddove non erano riusciti neanche i più oscurantisti disegni di legge che la politica ha più volte tentato di far passare. Questa mattina la Polizia di Stato ha proceduto a notificarci il provvedimento al quale abbiamo subito ottemperato rimuovendo da internet i 3 articoli. Attendiamo di leggere le motivazioni, certo è che oggi è stata scritta una brutta pagina. Non voglio credere che si sia voluto colpire un ‘piccolo’ giornale; certo è che quotidianamente assistiamo alla pubblicazione di atti giudiziari, con le indagini in corso, su casi altrettanto rilevanti; penso al caso della Costa Concordia e del ‘salga a bordo cazzo’ come alla più recente inchiesta sull’ex ministro Scajola dove è stato reso noto persino l’audio dell’interrogatorio in carcere. Se poi il giudice può essere influenzato dalla stampa questo non è un problema che attiene al diritto di informazione, se questa rispetta i tempi della Giustizia. Indubbiamente qui sembra esserci una sensibilità maggiore che altrove, ne prendiamo attoâ€. Ripercorriamo ora la vicenda.
Maggio 2013 – la Procura di Spoleto comunica ufficialmente l’Avviso di conclusione indagini nei confronti di 34 persone accusate a vario titolo di mediazione usuraria, bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita, associazione a delinquere e ostacolo alla Vigilanza. I più sono amministratori, dirigenti e funzionari della Banca Popolare di Spoleto, istituto commissariato già 5 mesi prima da Bankitalia che ha così posto fine ai ripetuti scandali che hanno segnato gli ultimi anni di storia di piazza Pianciani. Parti lese sono la Banca Popolare di Spoleto, commissariata dal gennaio 2013 a seguito di 2 ispezioni avviate nell’ultimo biennio, e la stessa Banca d’Italia.
Agosto 2013 – Tuttoggi.info riesce a visionare il fascicolo e a pubblicare alcuni brani delle intercettazioni, una ventina di pagine sulle oltre 6.000 che compongono il pilastro su cui si basa l’accusa allora rappresentata dal procuratore capo Gianfranco Riggio e dal pm Federica Albano.
Dicembre 2013 – 88 giorni dopo la pubblicazione degli articoli, siamo ai primi di novembre, l’ex dominus di Bps presenta una denuncia per diffamazione nei confronti dei giornalisti Carlo Ceraso di Tuttoggi.info e Massimo Sbardella de Il Giornale dell’Umbria. Il pm di Spoleto Gennaro Iannarone, esaminando la denuncia, ravvisa però una ipotesi di reato, la pubblicazione arbitraria di atti giudiziari ancorché non coperti da segreto istruttorio (come riconosce il Gip Daniela Caramico D’Auria che ne conferma il sequestro). La ratio, a quanto pare, è il rischio che quegli articoli possano avere una indebita influenza sul Gup (ad oggi, dopo 13 mesi, non si ha notizia di richiesta di rinvio a giudizio per i 34 indagati). Gli articoli vengono sequestrati il 20 dicembre. La notizia, lanciata dal presidente dell’Odg Umbria Dante Ciliani, solleva la protesta di Cnog, Fnsi, Asu Umbria, Anso, Articolo21, Libera Informazione, Ossigeno per l’informazione – solo per citarne alcuni – e l’intervento di autorevoli firme de L’Espresso e Il Fatto quotidiano.
Gennaio 2014 – l’avvocato Salvatore Francesco Donzelli, difensore di Tuttoggi.info, presenta ricorso al Tribunale del Riesame di Perugia che il 10 gennaio 2014 annulla il provvedimento del Tribunale di Spoleto e torna così ad ‘illuminare’ l’inchiesta giornalistica. In un passaggio dell’ordinanza i tre giudici (2 gli estensori, il presidente Narducci e il relatore Verola) definiscono il sequestro “paradossale†e“inaccettabileâ€. Ai carabinieri il compito di notificare il dissequestro. In quegli stessi giorni, il pm di Perugia Paolo Abbritti impugna l’ordinanza del Riesame davanti alla Cassazione.
Giugno 2014 – La prima sezione della Corte di Cassazione riconosce fondato il ricorso e “annulla senza rinvio†l’ordinanza del Riesame di Perugia.â€
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