Caso Sgarbi, Cub: la scuola e le responsabilità
Lunedi 23 Aprile 2012 alle 22:10 | 0 commenti
Mario Barbieri, Gianni Cabianca, Sergio Fortuna, Germano Xotta, CUB Scuola Vicenza - Vogliamo esporre alcune considerazioni su due fatti quasi contemporanei: una lettera pubblicata su un quotidiano locale e le polemiche sulla conferenza tenuta da Vittorio Sgarbi davanti a studenti di alcune scuole superiori di Vicenza. Nella prima il genitore di uno studente si lamenta del fatto che un insegnante si assenta nei giorni precedenti le vacanze natalizie ed estive, oltre a rifiutare l'incontro con lo stesso genitore, con oscuri riferimenti ("chi ha orecchi per intendere ...").
Riguardo a questo come sindacato osserviamo che gli insegnanti possono assentarsi con un permesso motivato (fino a 3 giorni in un anno) ratificato dal Dirigente scolastico, o per motivi di salute, certificati da un medico e soggetti a visita fiscale (oltre che a trattenute sullo stipendio). Forse ci sono dirigenti o medici larghi di manica, ma è vero anche che i dirigenti scolastici devono controllare. Se nonostante questo, gli insegnanti in questione non subiscono sanzioni devono avere qualche santo in paradiso (molto terrestre, però).
La polemica sulla conferenza di Sgarbi può rendere più chiara la questione. E' noto che costui è famoso non tanto per la sua competenza nel settore artistico (altri critici d'arte pari o meglio di lui sono pressoché sconosciuti) quanto per le sue performance politico - televisive, dove per molti anni ha avuto modo di evidenziare la sua "correttezza, affabilità e moderazione di linguaggio"; chi lo invita a tenere una conferenza, quindi, sa a cosa va incontro.
Il quotidiano locale scrive che la partecipazione delle scuole (in particolare del liceo Pigafetta) è stata decisa dai presidi o dai Consigli d'istituto, su sollecitazione di un politico (di quelli che vogliono cacciare le prostitute da Vicenza?), nonostante il parere contrario dei consigli di classe.
Ora, la normativa dice che in materia didattica sono vincolanti le delibere degli organi collegiali (Consiglio di classe e Collegio docenti). Se queste delibere non ci sono, la decisione di partecipare è un abuso, oltre che una stupidaggine, visto il personaggio che doveva tenere la lezione.
Osserviamo però che è molto più facile criminalizzare collettivamente quelli che stanno più in basso, come spesso succede per gli insegnanti o i dipendenti pubblici in genere, magari facendo di ogni erba un fascio, che non risalire alle responsabilità di chi sta in alto nella scala gerarchica. Proviamo ad immaginare cosa sarebbe successo se un qualsiasi insegnante di storia dell'arte avesse tenuto una lezione allo stesso modo di Sgarbi: facile prevedere le ire dei genitori, le reprimende dei benpensanti, le minacce di presidi e politici vari, le indagini della magistratura, le crocifissioni mediatiche.
Insomma se fa sempre comodo lo scaricabarile sui sottoposti, noi insegnanti diciamo che è ora di finirla, che ognuno si prenda le sue responsabilità , specie quando si viene retribuiti in maniera esagerata, in momenti economicamente difficili come questi.
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