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Caso Peron - Quero, Gerace ora archivia per la calunnia. Difensori di Peron plaudono, amaro Paolo Mele, avvocato di Quero

Di Pietro Rossi Martedi 9 Giugno 2015 alle 21:50 | 0 commenti

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Concluso, almeno per ora, il primo capitolo della vicenda che vede implicata Mara Peron, ex-dipendente ed ex-consulente dell'agenzia "Ognipratica Srl" di Torri di Quartesolo di proprietà dell'ex assessore della seconda giunta Variati (2008-2013), ex consigliere provinciale e attuale amministratore unico di Amcps Matteo Quero (avv. Paolo Mele senior). La donna, accusata di furto aggravato e continuato è stata iscritta nel registro degli indagati, con altre tre persone, anche con la contestazione dei reati di calunnia e falso. 

Illeciti per i quali è stata chiesta l'archiviazione, a cui si sono opposti i legali di Quero. Dopo 40 giorni oggi è arrivata l'ordinanza del giudice Massimo Gerace che rifiuta l'opposizione. I fatti riguardano un presunto furto di 246 mila euro dalle casse della società di proprietà dell'amministratore unico di Amcps. Mara Peron, 43 anni, residente a Camisano e difesa dall´avv. Davide Verlato, nel periodo compreso fra il 2008 e il 2013 avrebbe trasferito dei fondi dal conto della "Ognipratica Srl" al suo, prima come dipendente dell´azienda e poi come consulente addetta alla contabilità.
A questa inchiesta si è poi aggiunto un altro tassello che presenta ancora alcune ombre. La Peron avrebbe infatti depositato, durante la causa civile intentata da Quero per chiedere i danni alla sua ex-dipendente, degli assegni a sua discolpa e ad accusa dell'ex-assessore. Assegni che la difesa di Quero ha considerato falsi. Da qui l'accusa di calunnia e falso a carico della stessa Peron, di Erica Facchin (avv. Rachele Nicolin), co-titolare della società "Atelier snc", e dell´avvocato Guido Maria Fracasso, di Schio (avv. Francesco Barilà), ex-difensore della Peron.
Dopo una prima richiesta di archiviazione, respinta un anno fa da Gerace, la seconda richiesta, promossa dalla procura e ora accolta dallo stesso giudice - con il respingimento dell'opposizione - è stata contestata dagli avvocati di Quero e approvata dai difensori.

"Il giudice ha ritenuto di disporre l'archiviazione del procedimento penale perché mancava la prova certa del dolo del calunniatore: per condannare una persona per calunnia oltre la falsa accusa ci deve essere infatti la piena consapevolezza dell'innocenza della persona che si accusa", spiega l'avvocato difensore Davide Verlato, aggiungendo: "Inoltre manca la prova certa perché gli assegni che aveva manomesso la Peron erano fotocopie e la contraffazione di una fotocopia non è punibile".
Per quanto riguarda gli altri due imputati, il Giudice ha considerato - anche sulla base delle testimonianze della Peron che si è assunta tutta la responsabilità dell'accaduto - che la socia nulla sapeva del fatto e che l'avvocato era vittima delle circostanze.
"Non ci interessava certo coltivare un'azione nei confronti di quest'ultimo che, come avvocato, ha svolto il suo lavoro - commenta l'avvocato Paolo Mele senior che rappresenta Matteo Quero - naturalmente l'archiviazione non la condividiamo ma è solo un frammento di un procedimento ben più grosso in cui ci sono responsabilità più che comprovate".

In attesa del processo per il capo di imputazione principale della faccenda, il furto aggravato, la delusione dell'avvocato è tangibile: "In quella sede verificheremo se il delitto paga o non paga, non si può ottenere giustizia solo dalla forma, c'è una sostanza legata al pregiudizio che è inequivocabile, con perizie di parte e di ufficio. Matteo Quero è stato vittima di un'attività illecita verso un terzo e si è pure visto esposto a una serie di verifiche fiscali che comunque sono risultate tutte regolari". E per quanto riguarda l'eventuale ricorso alla Corte Suprema sull'archiviazione "Poco ci interessa - conclude Mele - soprattutto quando, per un presunto maltolto, c'è una richiesta di pubblico patrocinio".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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