Casa di Montecarlo, "nessuna truffa"
Mercoledi 27 Ottobre 2010 alle 00:46 | 0 commenti
Rassegna.it - Il tormentone è finito. La procura di Roma chiede l'archiviazione dell'inchiesta su Gianfranco Fini e Francesco Pontone. Sulla vicenda della casa di Montecarlo "si è constatato l'insussistenza di azioni fraudolente"
di Gliitaliani.it
Il tormentone dell'estate, quello sulla casa di Montecarlo di An, si sta sgonfiando. E a forare il palloncino del bluff mediatico che è stato montato su questa vicenda ci pensa la procura di Roma. Si apprende infatti che si sta andando all'archiviazione dell'inchiesta.
E si apprende anche che il Presidente della Camera Gianfranco Fini, in qualità di ex presidente di An, e il senatore Francesco Pontone, ex tesoriere del partito, erano stati iscritti nel registro degli indagati della procura nell'ambito dell'inchiesta sulla vendita dell'immobile di Montecarlo. Nei loro confronti era stato ipotizzato il reato di truffa aggravata. L'iscrizione di Fini e di Pontone nel registro degli indagati era stata decisa all'indomani dell'audizione dell'ex tesoriere di An e dopo l'acquisizione di una documentazione, nella sede di An, dalla quale emergeva che erano loro ad aver gestito la vendita dell'immobile. Nella denuncia di Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte, atto che aveva causato l'apertura del procedimento penale, si chiedeva di accertare se l'immobile ereditato dalla contessa Annamaria Colleoni fosse stato oggetto di una svendita.
Ora la stessa procura chiede l'archiviazione. E contestualmente alla richiesta di archiviazione la stessa Procura ha sottolineato che nulla è da contestare a Gianfranco Fini e al senatore Francesco Pontone.
Sulla base della denuncia di Di Andrea e Buonasorte, la Procura di Roma ha svolto una serie di investigazioni acquisendo documenti e interrogando numerose persone tra le quali lo stesso senatore Pontone nonché facendo una rogatoria nel Principato di Montecarlo. Proprio attraverso questa indagine e dopo l'iscrizione di Fini e Pontone nel registro degli indagati "si è costatato l'insussistenza di azioni fraudolente giacchè nessun artificio e raggiro -osserva la Procura- si rilevava nella condotta di alienazione dell'immobile, decisa ed attuata -a mezzo di procuratore- dal presidente dell'associazione partito An rappresentante della stessa lista e titolato a disporre del suo patrimonio. Nessuna truffa, quindi, per difetto assoluto di uno degli elementi costitutivi del reato".
E qualcuno non ci sta. "Il processo breve, brevissimo si applica solo a Gianfranco Fini. In poche settimane lo si scrive nel registro degli indagati per truffa e poi si decide che ‘va assoltò... In compenso, si ammette che c'è stato il danno per aver svenduto la casa di Montecarlo finita al cognatino. Proviamo ad indovinare che cosa sarebbe successo a un cittadino comune. Ovviamente ci sarà opposizione documentatissima a quella che per ora è solo una richiesta della Procura di Roma". Lo dichiara in una nota Francesco Storace segretario nazionale de La Destra. Egualmente polemico, si legge sulla versione web della testata, il quotidiano Libero che insieme a Il Giornale ha condotto la campagna estiva sulla casa di Montecarlo. Aspettiamo ansiosi i titoli di domani mattina.
La domanda, ora, è la seguente: quanto s'è speso (per confezionare il presunto dossier Montecarlo - Santa Lucia) e chi soprattutto ha pagato?
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