Carrera: "azionariato popolare". Cassingena: "impopolare"
Lunedi 24 Ottobre 2011 alle 23:39 | 1 commenti
E' da tempo che se ne parla a Vicenza anche se Paolo Rossi si è già tirato fuori e se il presidente del Vicenza Calcio Sergio Cassingena, "da un mese in attesa delle garanzie bancarie dell'ennesimo aspirante proprietario" (senza soldi?, n.d.r.) del suo club, ci dice: "Ufficialmente non ne so nulla, anche se venerdì scorso ho incontrato per strada Giorgio Carrera (biancorosso ai tempi di Pablito, n.d.r.), che mi ha detto della sua idea.". Il termine "azionariato popolare" è ben noto, anche se senza grandi fortune, negli ambienti calcistici e l'ha rispolverato da una decina di giorni con chiacchierate pubblicamente rumorose proprio Carrera, di cui dovremmo leggere "a momenti" (si spera o si teme?) di una possibile e dettagliata esternazione. In attesa delle rivelazioni ne parliamo pragmaticamente con il principale diretto interessato, Cassingena senior.
"Lui pensa, tiro a indovinare - e immaginiamo il "Ragioniere" sorridere sarcastico dall'altro capo del telefono -, di raccogliere quote più o meno simboliche da un migliaio di appassionati. Ma cosa ci fa con, che so, un centinaio di migliaia di euro? Intanto le azioni del Vicenza Calcio, anche se avesse quei soldi, non sono acquistabili in borsa, quindi Carrera dovrebbe trattare con qualcuno dei soci disposto a cederle. E con centomila euro che si fa, anche se qualcuno vendesse delle quote? E poi come si può gestire il club e con quali soldi? La società , si sa, è in vendita, ma di acquirenti seri, non certo per centomila euro, non ne vedo, come ho detto già . Io, quando sono andato in Inghilterra a comprare il Vicenza Calcio, non sono arrivato con parole ma con reali e garantite disponibilità finanziarie.". Certo è che non fa una grinza (a seguirlo) il ragionamento del presidente, anche infastidito, si dice, da un presunto approccio del "groupage Carrera" con la Popolare di Vicenza per chiedere informazioni sul Lanerossi di un tempo, ovviamente negate dal fidato e fondamentale partner biancorosso: "E poi Carrera, o chi per lui, lancia l'idea e convince la gente ad aprire il portafogli in quanto tempo prima di poter aprire un conto corrente", magari alla Popolare? Due sono, quindi, le ipotesi più gettonate in Via Schio. La prima è che l'iniziativa di Giorgio Carrera sia solo un tentativo di provare a raccogliere un po' di "spiccioli" per candidarsi, se qualcuno dei soci attuali li potesse accettare, a un ruolo dirigenziale per il quale la proprietà lo sente inadatto e "fuori dei tempi del calcio moderno". La seconda, ritenuta la più "goffa", è che a spingere Carrera ci sia solo il desiderio di mettersi di nuovo sotto i riflettori, come testimonierebbe anche la chiamata in causa di un indisponibile Paolo Rossi. Ma entrambe le ipotesi, come sottintende, e non solo, il Cavaliere del Lavoro Cassingena, un presidente che non sa "usare le parole per farsi amare dai tifosi", non mancherebbero di arrecare danni alla tranquillità di un ambiente ancora senza pace per risultati che tardano a venire e che fanno sperare ai tifosi un cambio di rotta. E i cambi di rotta, si sa, non sempre fanno vincere. Che a cambiare sia la panchina. O chi le panchine le assegna. Carrera, allora, se ci sei, batti non un colpo. Ma qualche milione ... Perchè l'azionariato non diventi impopolare.
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Che cassingena non l'abbia presa bene non stupisce e, anzi, fa solo piacere. Chissà che capisca che è ora di sparire.