Carni rosse e insaccati pericolosi? Cna: capire quali sono i reali margini di rischio
Venerdi 30 Ottobre 2015 alle 15:47 | 0 commenti
CNA Vicenza
Carni rosse e insaccati sarebbero pericolosi come le sigarette. La notizia preoccupante diffusa nei giorni scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), basata su uno studio dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc), sta scuotendo profondamente i mercati e causando pesanti effetti sulle vendite nazionali italiane. Uno shock, soprattutto mediatico, fondato sul presupposto legame tra consumo di proteine animali contenute in insaccati e carni rosse e il cancro.
CNA Alimentare a livello nazionale invita ad approfondire, ma senza allarmismi, ricordando che è necessario prima di tutto capire quali sono i reali margini di rischio e sapere non solo in che lista si trova una certa sostanza riconosciuta come dannosa, ma anche quali sono i dosaggi e la durata d’esposizione oltre le quali il rischio diventa reale.
Claudio Guglielmi, Presidente Unione Alimentare CNA di Vicenza difende fortemente il rigoroso sistema di controlli e le misure di prevenzione del comparto alimentare italiano. «Diffondere notizie inquietanti, con così tanta leggerezza, accostando la pericolosità di un prodotto alimentare a quella di sostanze come fumo e alcool, inseriti a pieno titolo nel gruppo delle “drogheâ€, inevitabilmente porta ad un allarmismo difficile da contenere. È nostro dovere ribadire come il rispetto delle regole e la qualità della produzione tricolore portino alla realizzazione di prodotti di eccellenza e di grande valore, capaci di rendere l’agroalimentare italiano famoso in tutto il mondo».
«CNA Vicenza sostiene pienamente l’appello ad una riflessione concreta sul tema, lanciato dall’Unione Alimentare CNA Nazionale. Vogliamo sottolineare il nostro impegno in difesa dei lavoratori del settore della carne, degli Artigiani e dei produttori che quotidianamente lavorano per far arrivare sulle tavole prodotti ottimi e garantiti, contribuendo a dare valore aggiunto a quello che è un pilastro dell’intero Made in Italy agroalimentare italiano».
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