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Caritas: Veneto, la crisi morde sempre di più

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 30 Novembre 2010 alle 22:23 | 0 commenti

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Caritas diocesane Veneto, Fondazione E. Zancan  - Oltre tremila le domande di aiuto economico arrivate alle Caritas del Veneto nei primi sei mesi del 2010: erano state circa tremila in 12 mesi del 2009. Oggi le Caritas del Veneto e la Fondazione Zancan di Padova a confronto con le istituzioni. Piu' ascolto e accompagnamento per far fruttare meglio le politiche pubbliche di lotta a poverta' ed esclusione sociale

Sono state ben 3.175 solamente nei primi sei mesi di quest'anno le richieste di aiuto economico giunte agli sportelli del Microcredito e del Fondo straordinario di solidarieta' per chi ha perso il lavoro delle nove Caritas diocesane venete: il doppio rispetto al 2009, quando le domande erano state 3.047 nell'arco, invece, di dodici mesi.
E' questo il dato piu' eclatante emerso stamane a Zelarino nel corso di un convegno organizzato dalle Caritas venete e dalla Fondazione Zancan di Padova, per un confronto con le istituzioni regionali sul tema del welfare e della poverta'. In sala, sindaci, rappresentanti del terzo settore, sindacati, operatori Caritas e rappresentanti del mondo economico. Assente il Governatore Luca Zaia, che ha mandato una lettera di saluto.

I numeri e il profilo del bisogno
Complessivamente, fra il 2008 e il 2010, le Caritas hanno dato aiuti in denaro (nella forma di piccoli prestiti o di contributi a fondo perduto) per ben 5,7 milioni di euro (precisamente 2.283.990 per il microcredito, 3.431,686 attraverso il fondo di sostegno a chi ha perso il lavoro); 6.806 le persone che si sono rivolte agli sportelli (2.778 per il microcredito, 4.028 per il fondo straordinario). Molti gli stranieri, ma anche numerosi italiani. Del totale delle richieste di aiuto, il 77% circa ha ottenuto un finanziamento. Quanto all'identikit, le persone che chiedono di accedere al Fondo straordinario sono in maggioranza uomini (circa il 75%) e stranieri (60%), di eta' media di 41 anni. Spesso a trovarsi in difficolta' sono le coppie con figli a carico (55%), ma ci sono anche persone sole (15%) o sole con figli (11%) oppure, ancora, coppie senza figli (8%). Il titolo di studio e' generalmente basso: la meta' ha la licenza media inferiore, il 13% ha la licenza elementare o nessun titolo e soltanto il 5% è laureato. Beneficiari microcredito, sono invece sia uomini (54%) che donne (46%), 6 su dieci sono stranieri (Chioggia, Padova, Treviso e Verona sono in prevalenza italiani). Eta' media 45 anni (fascia 40-50 anni) e sempre 6 su 10 sono coniugati (in larga parte con figli a carico). Problemi piu' comuni: lavoro e spese di casa.
Da un'analisi della Fondazione Zancan, emerge come il Fondo straordinario sia piu' associabile a condizioni di poverta', mentre microcredito ha piu' a che fare con impoverimento, con difficolta' temporanee da superare. Fra i soggetti piu' esposti a poverta' e impoverimento ci sono comunque le persone che non hanno famiglia, le famiglie con figli a carico e i lavoratori a basso reddito.

Il confronto con le istituzioni per un nuovo welfare contro l'esclusione
Per don Giovanni Sandona', direttore della Caritas Vicentina e Delegato per le Caritas del Triveneto "il momento che stiamo attraversando offre un'opportunità indispensabile di confronto fra enti locali, Regione, Ulss, mondo ecclesiale, terzo settore e, in generale, con tutti quei soggetti istituzionali che determinano i servizi sociali. In Italia la situazione resta in stallo: le politiche di lotta a poverta' negli ultimi 20 anni sono cronicamente statiche, immutate. Ma intervenire in questo senso e' una questione di giustizia, di dignita', di liberta' ma soprattutto di responsabilita'". Prestiti al massimo di poche migliaia di euro e contributi a fondo perduto destinati a pagare bollette, affitti, spese mediche e altri costi familiari. Sono questi i due strumenti messi in campo contro la crisi dalle Caritas del Veneto. Un sistema che funziona grazie al lavoro di ascolto di centinaia di volontari, che lavora in rete con i rispettivi territori (comuni, banche e altri soggetti) e che puo' a buona ragione costituire un esempio di "welfare mix" che funziona. "La famiglia in Italia non e' supportata - aggiunge Sandona' - ma siamo convinti che si possa, senza spendere di piu', spendere meglio e addirittura meno. Si continua infatti a preferire la logica dei trasferimenti monetari e non l'attivazione dei servizi, che potrebbero dare risposte piu' durature ed efficaci. Per questo chiediamo politiche sociali che mettano in piedi servizi di accompagnamento, agevolazioni fiscali e anche trasferimenti economici".
Per questo Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, ritiene che l'incontro odierno possa a buona ragione essere considerato "una prova d'orchestra dell'Osservatorio Nordest sulla poverta' e l'esclusione sociale". "Quello che hanno fatto le Caritas - sottolinea Vecchiato -, quell'approccio e quel metodo di incontro, quel metodo di valutazione delle capacita' potrebbe essere applicato anche da tutti i comuni. La variabile determinante della riuscita del microcredito, infatti, e' il rapporto fiduciario che si crea nell'ascolto e nell'accompagnamento. Il metodo Caritas ci pone davanti alla sfida di ripartire dal rendimento delle risorse: che sono piu' di 500 milioni di euro che i comuni spendono annualmente per i servizi sociali, di cui circa meta' sono sotto la voce poverta' ed esclusione sociale. Va poi detto che in larga parte sono trasferimenti monetari, quindi non generano lavoro ne' emancipazione. E questo spiega perche' in Italia la speranza di uscita da condizioni di povertà e' bassa (1,8%, mentre in altri paesi si va oltre il 50-60%): nel nostro Paese chi diventa povero, lo rimane. Per uscire dalla poverta' bisogna che qualcuno ti aiuti, ti accompagni". "Alla Regione - conclude Vecchiato volevamo dire che la riforma del sistema deve partire dal sociale, senza aumentare la spesa pubblica. Le disuguaglianze sono aumentate di molto, a causa delle differenze nella spesa del sociale. Il punto chiave e' il rendimento dei diritti, che invece vengono pensati sempre, ancora, in termini di esigibilita' ossia di riscossione".

Tutti i materiali saranno disponibili nei prossimi giorni sul sito www.caritas.vicenza.it , sugli altri siti delle altre caritas diocesane e su www.fondazionezancan.it  


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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