I garanti dei detenuti al Governo: servono interventi urgenti contro l'affollamento
Martedi 9 Ottobre 2012 alle 15:02 | 0 commenti
'Comune di Vicenza - 'Una realtà che non fa onore al nostro paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee''. Così si è espresso a fine settembre il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sullo stato delle carceri italiane. I garanti italiani dei diritti delle persone private della libertà personale rilanciano l'ultimo allarme del Capo dello Stato per sollecitare interventi urgenti e indilazionabili.
Lo scorso 2 ottobre a Roma, nel corso dell'ultimo degli incontri del tavolo di lavoro concordato tra Franco Corleone, coordinatore di tutti i garanti dei detenuti degli enti territoriali, e il capo dell'Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, per un confronto sulla situazione nazionale e locale degli istituti penitenziari -, si sono incontrati i garanti nazionali e il vice capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria (Dap), Luigi Pagano.
"Auspichiamo - dichiara Federica Berti, garante dei detenuti di Vicenza - una sessione straordinaria di Camera e Senato per affrontare i provvedimenti che dimostrino un'attenzione non di circostanza da parte del Parlamento, perchè l'annunciata approvazione e la messa alla prova del provvedimento sulla detenzione domiciliare annunciata dal Ministro Severino non sono in grado di risolvere appieno la situazione. Il numero dei tossicodipendenti ristretti nelle carceri rappresenta un problema gravissimo per gli istituti di pena. Chiediamo pertanto al Governo l'emanazione di un decreto legge per il cambiamento della legge sulle droghe e della legge Cirielli, per garantire misure alternative ai tossicodipendenti e per eliminare l'ingresso in carcere per i fatti di lieve entità previsti dalla legge sulle droghe".
I garanti chiedono altresì l'approvazione dell'istituzione del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, la ratifica del protocollo addizionale dell'Onu sulla tortura, l'approvazione della legge sull'introduzione del reato di tortura nel codice penale.
"Molte sono infine - conclude Berti - le questioni che i garanti chiedono all'Amministrazione penitenziaria di affrontare al più presto. Si va dall'applicazione integrale del regolamento emanato nel 2000, ma di fatto poco o per niente applicato, alle garanzie per la territorialità dell'esecuzione della pena. C'è bisogno di maggior trasparenza sull'utilizzo dei fondi della cassa ammende e del finanziamento della legge Smuraglia, che consente ai detenuti di lavorare. Infine, bisogna seriamente considerare la previsione del rimpatrio come misura alternativa dei detenuti stranieri".
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