Capodanno ebraico, da 74 anni ebrei vicentini costretti ad "emigrare"
Giovedi 25 Settembre 2014 alle 18:00 | 1 commenti
Riceviamo da Paola Farina e pubblichiamo
E’ Capodanno: l’anno ebraico inizia col mese di Tishrì (primo mese dell’anno ebraico) all’inizio dell’autunno e dura due giorni. Secondo la tradizione ebraica, Rosh Ha-Hashanà celebra il momento culminante della creazione dell'universo, e l'accettazione della sovranità di Dio sopra tutte le cose. Rosh Ha-Shanà riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il suo prossimo e con D-o, le sue intenzioni di miglioramento.
In sinagoga viene suonato lo Shofar, un corno di ariete simbolo del richiamo all’uomo verso D-o. Ci si veste di bianco e gli uomini portano la kippà (copricapo) bianca e dello stesso colore sono la tenda dell’Aron Hakòdesh (Arca Santa) ed i mantelli dei rotoli della Torah. Il colore bianco è simbolo di purezza, anima e pensieri devono essere puri in tutte le loro declinazioni, perché in questo giorno D-o giudica le Sue creature e scrive il Suo giudizio provvisorio nel Libro della Vita, che diventerà definitivo solo a Yom Kippùr.
In famiglia è festa grande, con parenti ed amici riuniti attorno ad una tavola ben preparata, non tanto per una rivalutazione dell’estetica, quanto per la trasmissione di certi valori, per ricordare le belle capacità espressive del buon vivere, la forza della tradizione. In casa per le due sere di Rosh Ha Shanà c’è una tavola tutta bianca, con dei candelabri accesi; callah, vino e fiori, mele e miele. Il capo famiglia recita il Kiddush (santificazione) e s’immerge nel miele un pezzetto di mela, prima di mangiarla si dirà una Berachà (benedizione divina) per chiedere a D-o di regalarci un anno dolce e saporito.
Non può mancare la melagrana, che è un altro frutto simbolico del Capodanno Ebraico: si dice, infatti, contenga 613 semi come 613 sono le mitzvoth (comandamenti) contenute nella Torah e la challot della festa ha una forma rotonda che rappresenta il ciclo della vita.
Finito il Capodanno, purezza, linearità , assenza di elementi negativi devono continuare ad essere presenti nel percorso di vita. Sono queste le vere seduzioni, sincere, evidenti, dirette, prive di trucchi o espedienti estetici…le seduzioni speciali dell’anima ebraica che nulla hanno da invidiare a quelle materiali. E’ l’armonia ebraica che deve emergere sulla complessità del nostro vivere contemporaneo, che incorpora oggetti e abitudini evolute, che spesso non trovano consensi nella spiritualità del Pensiero Ebraico.
A Vicenza l’ultima volta Rosh ha Shanà si è celebrato per l’ultima volta nel 1940, in una casa in stradella dei Giudei (con deliberazione podestarile il 23 agosto 1941 le viene restituito l’antico nome di Stradella dei Nodari), poi dopo la Seconda Guerra Mondiale la piccola Comunità non si è riformata e chi, come me crede ancora nei valori dell’ebraismo durante le festività emigra a casa di amici italiani o chiede ospitalità presso qualche Ebreo americano.
Il capodanno è iniziato ieri, al tramonto del 24 settembre 2014 entrando quindi nell’anno palindromo 5775 (il tramonto è definito come il momento in cui il cielo è diventato abbastanza scuro perché vi si vedano tre stelle). La festa di Rosh Hashanah, letteralmente “inizio dell’annoâ€, dura fino al 26 settembre.
E’ capodanno e prevalgono dolci a base di miele e mele, vado in controtendenza e propongo dolci a base di miele , ma senza mele!
Muffins al miele
280 g di farina, 6 g di lievito per dolci, 200 g di zucchero, ¾ tazza di miele, 50 g di burro
50 g di olio di semi di mais, 50 g di latte, 2 uova, 1 cucchiaino scarso di vanillina, buccia di ½ arancia grattugiata.
Mettere nel mixer le uova, lo zucchero, il miele, il burro, l’olio e il latte e frullare a velocità media fino ad ottenere un impasto liscio. Versare in pirottini di carta o nelle apposite teglie per muffins, riempiendoli per tre quarti. Cuocere a 160°, in forno pre-riscaldato per 15-20 minuti. A piacere si possono aggiungere all’impasto gocce di cioccolato o mirtilli.
Sfratti
Per la pasta: 10 cucchiai di vino bianco, 5 di olio, 300 g di zucchero e farina quanto basta.
500 g di miele, 1 kg di noci col guscio, scorza d’arancio, un pizzico di pepe, garofano e cannella.
Sgusciare le noci, tritarle assieme a mezza buccia di arancia. Mettere al fuoco il miele con gli aromi e quando comincia a farsi il filo, unire pian piano le noci e farle cuocere. Quando è cotto, mescolando sempre, si leva il recipiente dal fuoco e nel frattempo si prepara la pasta.
Appena l’impasto di miele sarà tiepido, ma non freddo, formare dei piccoli cilindri ed avvolgerli nella pasta: formate delle ciambelline, delle serpi etc. e cuocete al forno non troppo caldo.
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