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Titoloni su cannule al S. Bortolo e PFAS nel Vicentino: allarmi o allarmismi? Intanto ci si dimentica dei 118.000 "avvelenati" dalla BPVi

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 29 Aprile 2016 alle 00:37 | 0 commenti

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Dall'allarme PFAS per 250.000 "avvelenati" all'ultima vicenda della presunta gara nell'usare le cannule più grandi per i pazienti del S. Bortolo all'Ussl 6 di Vicenza, ogni giorno la stampa locale inonda i lettori con scenari che allarmano sempre più la popolazione. Senza sottovalutare alcun pericolo, e lo dice VicenzaPiù che ha sempre lottato contro la malasanità (l'ospedale di Santorso, Galan e Sartori vi dicono qualcosa?) e contro l'aggressione all'ambiente (la Marlane Marzotto vi ricorda qualche altra cosa?), ci chiediamo, deontologicamente e sociologicamente, dove finisce il giusto allarme per tutti i cittadini e dove inizia un pericoloso allarmismo, magari utile al tornaconto di pochi di loro?

Se storicamente la destra e il cattolicesimo dell'inferno trovano vantaggi nella paura (e oggi quella, anche mediaticamente, imperante è quella dei diversi, dagli immigrati agli omosessuali) mentre il socialismo e il cristianesimo dell'amore promuovono la speranza, dal recente passato Berlusconi e nel presente Renzi, che di certo non sono socialisti, pascolano le loro genti nei campi paradisiaci del "pensiero positivo" a conferma delle mutazioni della politica.
Allora se le paure dei migranti e il rifiuto delle famiglie omosessuali uniscono alla destra più becera i cittadini più moderati, a chi potrebbero giovare le denunce continue dei malfunzionamenti del S. Bortolo, fino a pochi mesi fa decantato come ospedale modelle sulle stesse pagine senza se e senza ma, e la scoperta mediaticamente incalzante, dopo quella delle carni rosse tumorali, dei rischi da PFAS, anch'essi fino a poco tempo fa ridotti ad attacchi agli imprenditori e alle loro sempre benefiche fabbriche dei soliti comunisti che esistono ormai solo chez Renzusconi anche se né il cav e il "sindaho" d'Italia ci credono veramente.
È di sicuro giusto, lo chiedevamo prima e lo confermiamo ora, accendere i fari sulla mala sanità, ma siamo sicuri che il discredito dell'Ulss 6 e del suo nuovo dg dell'area sconfitta galanian-sartoriana non facciano comodo a chi vorrebbe riposizionare certe pedine (e certi affari?).
È di sicuro necessario porre attenzione sui possibili "avvelenati" (parola che presuppone che chi la usa la documenti, altrimenti scatterebbe il "procurato allarme") da PFAS, ma non è che questo fa comodo anche a chi spinge, in tutta l'Italia, per spese a go go (senza un reale quadro di riferimento normativo e senza dati epidemiologici accertati) per controlli medici e sanitari sempre più privatizzati e per mega appalti da mettere in piedi per disinquinare terreni forse inquinati (quali sono i parametri di riferimento?) e nello stesso tempo distrarre l'attenzione da aree sicuramente compromesse (Borgo Berga, una su tutte, ad esempio) per continuare a cementificarci?
A questi interrogativi (senza fare bum per avere qualche lettore in più terrorizzando i pazienti del S. Bortolo o i 250.000 "avvelenati" da PFAS e danneggiando agricoltori e allevatori) cercheremo di dare quanto prima risposte obiettive, cioè basate su dati pur mai trascurando le ipotesi e le precauzioni da prendere sulla base di ipotesi purchè scientifiche.
Non serviamo interessi, mai solo cattivi nè sempre totalmente buoni perché non siamo servi punto e basta!, e ogni giorno ricordiamo, quindi, a noi stessi e ai nostri collaboratori che, per deontologia professionale, per coscienza civica e per la funzione pubblica che esercita, il giornalista non può macchiarsi di una colpa più grave del fermarsi alla prima risposta e magari trasformare automaticamente in tesi una ipotesi solo abbozzata.
Ecco dove finisce l'allarme, che va sempre documentato, come sarebbe stato facile fare anche per i 118.000 ora truffati dalla BPVi, e dove inizia l'allarmismo, che magari aiuta anche a dimenticare gli "avvelenati" veri dalla Banca Popolare di Vicenza e che è sempre stato facile scatenare.
Nel medioevo.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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