Campo Marzo gattopardesco
Lunedi 9 Gennaio 2012 alle 16:34 | 0 commenti
Campo Marzo versa in condizioni pietose per cattivo uso, manutenzione poco o niente, non esiste un W.C., se non per la fiera settembrina, ci partono i rally che sgommano, non è certo un luogo adatto al passeggio (qui le foto). Basterebbe ravvivarlo con qualche manifestazione, non "rumorosa o casinara". Ma, nel frattempo, chi vuole legga.
A cura di Luciano Parolin.
Viale Dalmazia o Viale dei Platani è lungo circa 500 metri. Nel 1816, fu deciso di rendere pubblico l'utilizzo di Campo Marzo, il progetto fu affidato all'architetto Municipale Bartolomeo Malacarne, autore anche del nostro splendido cimitero Monumentale.
Il Podestà del tempo era il conte Cesare Barbaran che decise di nominare una commissione per adornare degnamente la nuova grande arteria. I lavori di sistemazione del terreno, di piantagione e inghiaiamento, furono eseguiti dal signor Antonio Mosconi, con un costo di Lire 12.600. L'incaricato doveva anche provvedere a "mettere i platani nello stradone e a dare a tutti gli alberi entro l'autunno il necessario letame, facendovi tutte le occorrenti operazioni di coltivazione e manutenzione."
Ma bisognava esercitare un'attività di sorveglianza pertanto la Congregazione Municipale nel gennaio 1818 nominò un custode-guardia, provvedendo anche all'alloggio in loco. La società aristocratica vicentina, viveva bene sotto il Leone di San Marco.
Al Teatro Eretenio, vicinissimo al Campo Marzo, la stagione musicale iniziava ai primi di luglio e terminava ad agosto. La partecipazione dei foresti era alta, Campo Marzo verso sera si riempiva di gente, di carrozze, di cavalli, di venditori, si passeggiava lungo i viali alberati, spesso si dava il Palio, una corsa di bighe, in un anfiteatro ligneo, eretto in Campo Marzo, costruito su un modello Palladiano del 1576. Le corse dei cavalli attiravano gente da tutto il Veneto, in particolare da Venezia, era il più grande Teatro della città , distrutto dal bombardamento del 21 aprile 1944, mai più ricostruito. Subito dopo il 1866, quando il libero comune di Vicenza entra a far parte del Regno d'Italia, con una importante proposta, si affida all'architetto dei giardini Antonio Caregaro Negrin, il compito di relazionare e prendere "provvedimenti per migliorare le piantagioni dei viali e adiacenze di Campo Marzo". La relazione comincia "i quattro filari di platani fiancheggianti il viale retto del Campo Marzio, sono ridotti in tale stato deplorevole, che manifestamente reclamano un pronto e radicale provvedimento". Nel terzo millennio, il nostro grande parco si presenta come nelle foto, con gravi danni al patrimonio arboreo e alla pavimentazione. Chi tutela il verde pubblico?
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