Calcio, evasione fiscale milionaria coinvolge anche Pasqualin
Sabato 21 Aprile 2012 alle 00:04 | 0 commenti
Da La Repubblica di G. Foschini e M. Mensurati
Dopo Calciopoli e il calcioscommesse, un altro scandalo si abbatte sul calcio italiano. Stavolta quello che succede in campo non c´entra niente, stavolta c´entra quello che succede negli uffici dei club. E cioè una gigantesca evasione fiscale messa in atto dai procuratori dei calciatori e dalle società calcistiche. I truffati, stavolta, non sono solo i tifosi, ma tutti i cittadini. Un numero preciso per quantificare questa evasione, per il momento, non c´è.
«Decine di milioni di euro» dicono, ad occhio, gli investigatori che indagano su questo caso solamente da fine novembre. L´unico numero in grado di rendere l´idea del giro è quello dei procuratori indagati che sono 21 e, soprattutto, sono tutti "big". Gente dal nome importante - si va da Moggi jr a Pasqualin - i cui carnet di assistiti sembrano estratti dagli album delle figurine Panini.
Come capita spesso con le storie di grandi dimensioni, anche questa prende spunto da una vicenda minuscola. Il 21 aprile scorso, il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Piacenza comincia una verifica a campione nei confronti della squadra locale, tra l´altro in grossa difficoltà economica (oggi è fallita) perché travolta tra le altre cose dalla vicenda calcioscommesse. «Nel corso dell´attività ispettiva è stato rilevato che il Piacenza - si legge nell´informativa mandata alla procura della Repubblica - ha iscritto i costi sostenuti derivanti dalle prestazioni professionali rese dagli agenti dei calciatori nella voce dei "Diritti pluriennali dei calciatori professionisti"». Che cosa significa? «Che ai fini del pagamento dell´Iva la società ha detratto l´imposta indicata in fattura». Quindi, non ha pagato l´imposta sul valore aggiunto e sui redditi.Secondo la Finanza in maniera assolutamente illegale, essendo l´intermediazione di un procuratore un tipo di prestazione «da ritenere indetraibile». «In questo modo - si legge nell´informativa - è stato così implementato un sistema fittizio attraverso il quale i corrispettivi dovuti agli agenti per le attività svolte per conto dei calciatori vengono, nella sostanza, traslati direttamente in capo alla società calcistica attraverso il conferimento di un incarico all´agente del calciatore stesso». Per fare in modo che però il sistema funzionasse i procuratori hanno emesso fatture false alla società , fatture che «facevano riferimento a prestazioni di servizi inesistenti», perché nessuno dei procuratori aveva lavorato per il Piacenza calcio ma al massimo per i calciatori. In questa maniera facendo risparmiare tasse alla società e risparmiando anche loro stessi.
Insomma un pasticcio che ha permesso «una importante evasione fiscale»e che con ogni probabilità è stato replicato in altre realtà anche molto più grandi. Per questo il pubblico ministero della procura di Piacenza Antonio Colonna ha iscritto al registro degli indagati oltre all´allora amministratore delegato del Piacenza, la creme dei procuratori sportivi italiani: tra gli altri, i più noti sono Claudio Pasqualin Alessandro Moggi, Silvano Martina, Giovanni Branchini, Matteo Roggi, Tullio Tinti, Andrea Pastorello, Marcello e Giuseppe Bonetto. A tutti è contestato un articolo del decreto del 2000 sull´evasione fiscale che punisce «chiunque utilizzi fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere le imposte». Si rischia da uno a tre anni di carcere. Oppure una maxi multa. L´inchiesta è ancora nelle fasi delle indagini preliminari e Finanza e procura di Piacenza stanno valutando come e quanto allargare un´indagine che estesa ai club più importanti potrebbe portare nelle casse del fisco milioni di tasse evase illegalmente in questi anni. L´iniziativa della procura di Piacenza prende in contropiede procuratori e società che, consapevoli dell´anomalia della loro prassi (e di essere stati scoperti dalla finanza), nei mesi scorsi avevano chiesto a Equitalia di avviare un tavolo per valutare una possibile via d´uscita "morbida". Che però non potrà riguardare l´aspetto penale della vicenda.
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Da La Repubblica, di Fabrizio Bocca
Trent'anni fa era un'avventura. Quando Dario Canovi, avvocato romano tra i precursori del mestiere di procuratore di calcio, entrò nell'ufficio di Antonio Sibilia ad Avellino per trattare il contratto di Juary - che il presidente avrebbe addirittura spedito a consegnare una medaglia d'oro a Raffaele Cutolo - quello si tolse la Magnum dalla fondina e l'appoggiò sul tavolo. "È che quando sto seduto mi dà fastidio". A quei tempi i procuratori non li volevano tra i piedi: Boniperti con loro non parlava, si rifiutava di riceverli e di farli entrare alla Juve.
Oggi invece la dimensione degli affari è industriale e gli interessi planetari. Un mercato non sempre fuori regola e da codice penale, ma molto disinvolto. Maurizio Zamparini ha denunciato per estorsione il procuratore argentino di Javier Pastore: dal trasferimento de El Flaco al PSG, Marcelo Simonian tramite la Dieci football Corporation ha incassato una fetta di 12 milioni, dopo richiesta di 17. Dei 39,8 milioni pattuiti con i francesi il Palermo ne ha incassati 22,8 e il resto se ne è andato in premi all'Huracan e in una maxifetta al procuratore che in realtà è comproprietario del giocatore. In ogni caso il giudice ha deciso l'archiviazione e si va in appello.
In Europa e in Italia gli agenti fanno mercato a tutto campo. Mettono in piedi l'affare e lo fanno lievitare. Il famoso agente Fifa Mino Raiola, ex pizzaiolo italo-olandese (maturità classica e 7 lingue per altro) nato a Nocera Inferiore e che cominciò a fare affari nel suo ristorante di Haarlem frequentato da Bergkamp, Rijkaard e quelli dell'Ayax, è diventato la testa di ponte del Milan: Ibrahimovic, Robinho, Van Bommel, Emanuelson. Il primo gran colpo in Italia fu Nedved alla Juve (2001), il prossimo sarà l'asta per Balotelli, la sua specialità . Ogni volta che Ibra cambia club o rinnova Raiola apre le casse: la percentuale di un procuratore va dal 4 al 10% sul lordo (per Ibra 20 milioni l'anno, fino a 2 milioni dunque per il suo agente). Due anni fa il suo giro d'affari annuale era di circa 5 milioni, ora molto di più. Metodi spicci, famosa l'intercettazione Moggi-Raiola in Calciopoli circa il trasferimento di Ibra alla Juve dall'Ayax, che ovviamente va ammorbidito. Raiola: "Domani Ibra non si presenta all'allenamento"; Moggi: "Continuiamo a far guerra, non lo mandare ad allenarsi"; "Eh, io la sto facendo guerra!".
Anche Ernesto Bronzetti è un formidabile procacciatore di calciatori, terreno di caccia soprattutto la Spagna, Vieri, Kakà . Figo e altri sono passati per le sue mani. Uno dei più quotati è l'avvocato cosentino Beppe Bozzo, che ha esteso la sua attività dai calciatori (Cassano, Gilardino, Quagliarella), ad allenatori come Ranieri e Mazzarri. L'ultimo colpo grosso è stato di Sergio Berti, il più tosto di tutti: a De Rossi aveva procurato un contratto da 9 milioni netti al City, la Roma si è dovuta svenare per garantirgliene almeno 6-6,5 bonus compresi. Il più originale Armin Ruznic che importa sloveni a Palermo, tutti con la "ic" finale come lui: Ilicic, Bacinovic, Kurtic, Handelkovic.
Alessandro Moggi, 5 mesi nel vecchio processo Gea e 20 di squalifica sportiva, ha intanto riaperto a Dubai la Gea World Middle Est, costola della vecchia agenzia dei figli di papà (Riccardo Calleri, Chiara Geronzi, Francesca Tanzi, Giuseppe De Mita, Davide Lippi) che arrivò a 262 procure. I soldi muovono tutto. Con 1.502 milioni di "costo imputabile al personale" in A (Report Figc 2012), ai procuratori può finire un bottino fino al 10%: 150 milioni.
Il mercato ormai è internazionale. La Gestifute del potente avvocato portoghese Jorge Mendes vale 400 milioni: gestisce Mourinho e Cristiano Ronaldo, Quaresma, Coentrao. Allenatore e giocatori con lo stesso procuratore. Mentre l'anglo iraniano Kia Joorabchian, registrato con un passaporto canadese alla camera di commercio di Londra, addirittura acquista cartellini di giovani talenti sudamericani, assistendoli e stipendiandoli, in attesa che esplodano. Non ha una licenza di agente ma un fondo d'investimento (MSI) nelle isole Vergini, tramite cui sono passate le "importazioni" di Tevez e Mascherano al West Ham, e poi via così. Famose le foto di Galliani e Joorabchian in camicia a Rio: ma il ricco affare Tevez-Pato-Milan-City-Psg venne stoppato da Berlusconi. Alla faccia dei divieti Fifa il magnate brasiliano, Delcir Sonda, 24 supermercati in Brasile, tramite il fondo DIS sede a Chui al confine con l'Uruguay, detiene quote di 60 calciatori brasiliani, tra cui Ganso e Neymar (il Barça è pronto a sborsare 65 milioni). I prossimi affari della grande torta.
(ha collaborato Giulio Cardone)
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