Busato: l'indipendenza del Veneto può salvare l'Eurozona dal default dell'Italia
Lunedi 22 Settembre 2014 alle 23:40 | 0 commenti
Gianluca Busato, Presidente Delegazione dei Dieci della Repubblica Veneta, Plebiscito.eu - Il debito pubblico italiano può diventare sostenibile se la Repubblica Veneta aiuta l'Italia a ripianarlo, grazie al suo surplus finanziario annuo di 20 miliardi di euro
"La situazione economica italiana è insostenibile e porterà a un default sul debito a meno che non ci sia un improvviso e duraturo cambiamento nella crescita. Se così non fosse, il futuro dell'Italia nell'eurozona sarebbe in dubbio, e di fatto lo sarebbe il futuro dell'euro stesso."
Le parole inequivocabili non sono di Plebiscito.eu, bensì di un'editoriale di ieri del Financial Times a firma di Wolfgang Munchau, che non lascia alcuno spazio a dubbi.
La via d'uscita secondo l'autorevole organo di informazione finanziaria londinese è molto stretta e, a nostro umile avviso, improbabile e irta di ostacoli nella via della sua improbabile attuazione. Essa prevede, secondo l'articolista, una complessa concatenazione di scelte virtuose: "l'Italia ha bisogno di cambiare il sistema legale, di ridurre letasse alla media dell'Eurozona e di migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione". "In altre parole, deve cambiare l'intero sistema politico".
Lo scenario è lunare e assolutamente impossibile da realizzare.
In realtà , a ben guardare, una via d'uscita c'è.
Se infatti guardiamo alla situazione finanziaria generale italiana, ci accorgiamo che è del tutto inutile pensare di rivitalizzare l'intero impianto statale. Una politica più accorta e intelligente di risanamento del sistema politico e finanziario della penisola può invece nascere dal riconoscimento internazionale ed effettivo dell'indipendenza del Veneto.
Il Veneto infatti gode di un surplus finanziario annuo di 20 miliardi di euro, che a ben vedere, se consideriamo anche gli sprechi immani della spesa pubblica centrale dello stato italiano nella nostra regione, potrebbe salire tranquillamente a 40-45 miliardi di euro che la nostra piena indipendenza libererebbe ogni anno, senza necessità di alcuna bacchetta magica né implementazioni di politiche economico-finanziarie "creative".
A ben guardare il Veneto indipendente non ha alcuna responsabilità sul debito pubblico italiano e la prassi internazionale nei processi di indipendenza vede a stragrande maggioranza i nuovi stati indipendenti non assumersi alcuna quota del debito pubblico degli stati da cui si affrancano.
L'opportunità politica per il Veneto di ottenere la propria immediata e piena indipendenza può d'altro canto valere la pena di un investimento sul futuro, facendoci carico anche di una fetta importante del debito pubblico italiano, anche superiore, per esempio, alla nostra quota parte in proporzione alla popolazione. La Repubblica Veneta indipendente potrebbe innescare subito una via virtuosa nella curva di crescita economica che le permetterebbe agevolmente e in pochi anni di onorare la propria parte di debito così assunta, con ciò alleviando la situazione finanziaria generale dell'area geopolitica italiana e permettendo nel contempo allo stato italiano di attuare una politica di sostenibilità del proprio debito pubblico.
Alla luce di tali considerazioni appare quindi chiaro a tutti che l'unica via concreta per permettere all'eurozona di non essere travolta dal fallimento de facto dello stato italiano è determinata dall'avvio immediato di un tavolo negoziale in sede neutra (ad esempio Vienna, oppure Ginevra), per trattare le condizioni di indipendenza del Veneto, monitorato dalla UE, tra il governo di Roma e la Delegazione dei Dieci eletta nel referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014.
Tale soluzione oggi rappresenta un'opportunità e l'unica via d'uscita concreta e percorribile per tutti gli attori per assicurare la stabilità finanziaria dell'intera Eurozona.
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