Brustolè: cava ambientale o per Pedemontana?
Domenica 1 Agosto 2010 alle 13:07 | 0 commenti
Dal Comitato contro l'escavazione sul Brustolè, sopra Arsiero, per trarne ghiaia per i lavori in primis della Pedemontana, mentre è dichiarata per la riqualificazione ambientale, ci arriva il documento che di seguito pubblichiamo.
Comitato contro l'escavazione sul Brustolè - Il monte Priaforà si trova sulla valle del Posina, da moltissimi anni tale zona montana è monitorata (i primi dati certi risalgono al 1882) per via della frana detta del Brustolè (sita nel territorio di Velo d'Astico) che minaccia la popolazione dell'intera valle (foto).
Nel 1966, a seguito di eventi alluvionali che hanno colpito la valle, un importante faglia ha evidenziato una ripresa della discesa del corpo franoso: in sostanza, la frana è diventata più instabile a seguito dell'azione di scalzamento effettuata dal torrente Posina sulla quale sponda poggia la porzione inferiore del corpo di frana stesso.
La frana si compone di due porzioni: una superiore di epoca post-glaciale rappresentata dalla "paleofrana" ed una inferiore "storica" con un movimento del tipo "scivolamento/traslazione" di blocchi di roccia dolomitica.
Da molti anni detto materiale è appetito da imprenditori del settore delle cave che vorrebbero trasformare la frana nella più grande cava d'Europa.
Con un progetto di stabilizzazione, ricomposizione e tutela (denominato "Progetto di stabilizzazione, ricomposizione ambientale e tutela ambientale della frana del Brustolè") presentato al pubblico il giorno 18 ottobre 2002, la società Ricomposizione Ambientale s.r.l. di Vicenza propone di intervenire sulla frana con l'intenzione di consolidarla, attraverso l'estrazione di materiale di cava, mentre studi, progetti e indagini geologiche e scientifiche prodotte su incarico delle Amministrazioni Comunali interessate e dalla Comunità Montana Alto Astico e Posina hanno accertato il rischio gravissimo di disastro ambientale che potrebbe verificarsi muovendo la frana (con conseguenze imprevedibili per gli abitanti della zona).
A seguito di tale presentazione, è sorto spontaneamente il Comitato in Difesa del Brustolè che in tutti questi anni ha svolto opera di sensibilizzazione e informazione sui rischi e i pericoli che tale intervento potrebbero comportare.
Le Amministrazioni comunali di Arsiero, Velo d'Astico e Cogollo di Cengio, la Comunità Montana Alto Astico e Posina, il Comitato in Difesa del Brustolè, associazioni naturalistiche, etc .... hanno presentato delle osservazioni alla Commissione V.I.A. della Regione Veneto manifestando così la propria contrarietà rispetto a tale progetto che di fatto rappresenta una mera attività estrattiva mascherata come ricomposizione ambientale.
La Comunità Montana Alto Astico e Posina ha dato incarico al Distart di Bologna a partire dall'anno 1997 di effettuare una campagna di rilevamento topografico che a tutt'oggi ha evidenziato il fatto che il versante in esame è sostanzialmente stabile.
Nel settembre del 2007 la Commissione V.I.A. ha effettuato un sopralluogo nel sito del Brustolè e il 2 luglio 2008 ha chiesto alla ditta R.A. numero 13 integrazioni al progetto.
La risposta a tali integrazioni è stata depositata in Regione nell' aprile 2010 e inviata nel giugno 2010 al Comune di Velo d'Astico e Arsiero e alla Comunità Montana Alto Astico e Posina.
Il Comitato in Difesa del Brustolè è allarmato dalla presentazione di questo nuovo progetto per i seguenti aspetti:
- il progetto prevede l'asportazione di 4 milioni di metri cubi di materiale da asportare, 15 anni di lavoro, 18 bilici all'ora sulle strade del centro di Arsiero ;
- si parte con l'escazione da 700 metri e si scende convinti che la zona sovrastante stia stabile, convinzione supportata da alcune prove elettriche ma da nessun carotaggio effettuata sulla "paleofrana" . Manca uno studio approfondito della parte sommitale più antica ( "paleofrana" ). Quali garanzie abbiamo sul fatto che tale "paleofrana" rimanga stabile a seguito dell'intervento di escavazione ?
- essere sommersi da polveri e rumori (l'impatto acustico è valutato essere di entità non trascurabile dalla stessa ditta R.A.), avere il nostro ambiente deturpato, le nostre strade intasate, sarebbe l'ipotesi migliore. Ma noi abbiamo il solito dubbio: e se la frana a causa di tali intervento si rimettesse nuovamente in movimento ?
- la procedura che è stata seguita in relazione a tale progetto ha rispettato le leggi vigenti ? (legge regionale n.10/1999).
Il Comitato ha informato la popolazione tramite la distribuzione porta a porta di un volantino e chiede la collaborazione di tutti affinchè venga "Difeso il nostro futuro".
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