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Brexit, la rivoluzione da cui (si dovrà) ripartire. Verso un'Europa, e un mondo, delle genti e non della finanza. Pena la "fine"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 24 Giugno 2016 alle 09:57 | 0 commenti

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L'Inghilterra, non la Gran Bretagna (visto che la Scozia e l'Irlanda del Nord diventeranno un problema nel problema con la loro volontà di rimanere nella Ue e, quindi, di uscire loro dal Regno Unito), esce dall'Europa, così come oggi chiamiamo quel coacervo di interessi a cui non pensavano di certo i padri fondatori di affidare le sorti di popoli diversi ma che solo una politica dettata dalla storia comune e non da banche e finanza, guidate apparentemente dalla Germania ma che alla Merkel stessa danno ordini. Tutte le grandi crisi del passato sono sfociate in conflitti sanguinosi dalle cui macerie si è ripartiti per rifondare i mondi di allora. Oggi viviamo da molti, troppi anni una crisi globale che non poteva trovare sbocchi nelle mille guerre sanguinarie locali che non sono riuscite, pensiamoci un attimo, a fare le veci di una "Grande guerra" storicamente catartica, solo perchè oggi, diciamolo!, una guerra totale porterebbe all'annientamento dell'umanità con le armi nucleari.

Ma la crisi è cresciuta a dismisura, creata com'era e alimentata com'è da un sistema che vede nel mondo e nella gente che lo popola un terreno e un soggetto da sfruttare così tanto che oggi terra e persone sono diventate così aride da non poter essere più strizzate.

Non è un caso che il voto a favore della Brexit abbia trovato adesioni più ampie nelle città più piccole e nelle aree meno "moderne", perchè i poveri e i "nuovi poveri" senza più risorse per sopravvivere hanno bisogno di un sogno di rigenerazione, fosse pure drammatico.

E oggi il "dramma" rigenerante può essere proprio quello che sta già determinando nelle borse mondiali, i moderni campi di battaglia, l'uscita dell'Inghilterra da un'Europa che da troppo tempo è essa stessa uscita dall'idea che l'aveva generata, un'unione di popoli e culture per ritrovare e mettere al servizio di tutti un'identità comune.

Che non può esser messa sfruttata solo dal predominio economico e finanziario della Germania post Hitleriana e dei suoi, ancora più cinici, mandanti.

La rivoluzione della Brexit può dare spazio, dopo una iniziale e magari lunga e non indolore fase di smarrimento, tipica dei periodi post bellici e che verrà sfruttata dagli sciacalli di turno, a una rigenerazione totale dei valori della vita per riportarli ai valori dell'uomo.

Ne saremo capaci?

Se sì, questa guerra non sarà quella finale ma solo l'inizio di una nuova era.

Se, invece, non trasformeremo la Rivoluzione in Evoluzione la Brexit sarà solo la prima esplosione di una Guerra nucleare finale.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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