Breda licenzia Masolo
Lunedi 7 Gennaio 2013 alle 23:49 | 0 commenti
«Cambiare l'allenatore fa parte delle funzioni di un presidente». Non poterlo fare è stato un chiaro segnale di delegittimazione. Così Massimo Masolo ha deciso di passare dalle minacce dei giorni scorsi alle dimissioni concrete: non è più lui il presidente del Vicenza. Non ha atteso nemmeno d'entrare in Consiglio d'amministrazione - che s'è riunito nel pomeriggio per poi riaggiornarsi al 4 febbraio per scegliere il successore - per comunicarlo.
Troppo freddo il rapporto con i soci per imporre le proprie idee o quantomeno tentar di ricucire. La società s'era opposta fermamente al licenziamento di Roberto Breda, che Masolo avrebbe licenziato già dopo il ko di Vercelli, ed alla fine la testa saltata è stata quella del presidente. Per sua scelta, non per forzature. Masolo avrebbe potuto restare, condividere il percorso di fiducia a Breda e Cristallini scelto dalla proprietà . Ma sarebbe stato un autogol dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi, dopo l'aut aut lanciato pubblicamente. Di qui l'addio ed inevitabilmente qualche frecciatina al vetriolo nei confronti della proprietà : «Non è un'aggressione o un contrasto, è una visione diversa», così Masolo ha preso le distanze da Cassingena e dallo zoccolo duro della società biancorossa. Che non ha messo neppure a disposizione la sala stampa del Menti per la conferenza del presidente dimissionario, spostatosi al Max Medical di via Anconetta per parlare alla stampa. Il piano di Masolo, che s'è autodefinito «innovatore» pare prevedesse l'affidamento della panchina al divin codino Roberto Baggio o in alternativa al mastino Walter Novellino. Ma dal resto del Cda ha incassato solo rifiuti, giustificati solo in parte dallo stato di "società in vendita". Insomma, la battaglia l'ha vinta Roberto Breda. Il Cda s'è schierato con lui portando alle dimissioni di Masolo. Ma le battaglie vere da vincere ad ogni costo inizieranno dal 26 gennaio, dalla trasferta sul campo del Cesena. In ballo c'è la salvezza, in discussione c'è il futuro di un'intera società . Più importante di un atto comunque forte come le dimissioni di Masolo.
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