BPVi e Vicenza Calcio: i segni del declino di una città che deve "azzerare" per ripartire. Variati valuti quello che ci disse De Francisco!
Mercoledi 2 Marzo 2016 alle 10:22 | 0 commenti
Sono davanti agli occhi di tutti, qui da noi ma anche in Italia, le vicende drammatiche della Banca Popolare di Vicenza, una volta simbolo della potenza della città e del suo territorio ma che si è rivelata solo un nascondiglio di ladri e truffatori legalizzati su cui stanno indagando non solo varie procure d'Italia ma anche quella, principale, di Vicenza stessa. Quest'ultima si è mossa, però, troppo tardivamente per dichiararsi incolpevole insieme a certi media locali (lode al nuovo procuratore capo Cappelleri, comunque, che, sia pure sotto la spinta delle evidenze, sta ora accelerando le indagini, ormai, però, solo repressive e punitive e non più, come sarebbe stato meglio, preventive).
I misfatti della Banca, che ora con le decisioni obbligate (?) del 5 marzo in assemblea si abbatteranno ancora di più sui 118.000 soci deboli (alcuni, almeno, di quelli forti pare si siano "autosalvati" salvo gli esiti delle indagini in corso anche su questo aspetto), hanno contribuito a far perdere complessivamente 6 miliardi di euro a quei soci e hanno generato dei danni collaterali all'economia locale, che si fa fatica ora a quantizzare, ma di cui sono vittime non solo tanti singoli risparmiatori ma anche tante piccole e medie aziende oneste rappresentate nel Cda della Banca Popoalre di Vicenza da quel signore che dispensava d altri giudizi di "non eticità " e che risponde al nome del presidente uscente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, anche lui ora indagato come membro di riferimento dello "staff" di Gianni Zonin.
Ma se la Procura pre Cappelleri è corresponsabile del dramma dei risparmiatori e degli imprenditori ed artigiani onesti, non avendo impedito per tempo, dopo i primi fascicoli aperti già nel 2008, malefatte sui crediti concessi ed emissioni di titoli chiaramente iper gonfiati (noi da "ignoranti" di finanza lo denunciavamo dal 2010, a nostre... spese), certi media di "regime" hanno incoraggiato ossessivamente i propri lettori a comprarli con le proprie veline sponsorizzate, economicamente o "ideologicamente" non sta a noi deciderlo, lo valutino i lettori azionisti.
Accanto allo sfascio della BPVi, di certo non economicamente ma "immaginificamente" e, peggio, emotivamente, c'è il crollo da un decennio del glorioso Vicenza Calcio, che sta precipitando, dopo le mai svelate, anche dalla Procura, trame della vecchia proprietà , che ancora (r)esiste, verso il baratro sportivo dopo essere completamente dentro quello finanziario, che possibili ma finora "presunti" cavalieri bianchi.
E non consola al riguardo il fatto che Iacopo De Francisco, il vice direttore generale vicario della Bnaca sponsor principale e partner finanziario del club, quando ancora era pieno di sè nella nostra prima e ultima intervista a lui, il cui portavoce è troppo amante della censura da MinCulPop (Ministero della Cultura Popolare ai tempi del fascio, Ministero della Cultura della Popolare a novembre 2015), prima che si prestasse al nostro epico tentativo di botta e risposta ci dichiarò testualmente: «Quelli che dicono di voler acquistare il Vicenza Calcio non hanno un euro!».
Se nessuno vorrà confermare quanto ci ha detto di fronte a tre persone, due collaboratori suoi, che hanno registrato le conversazioni successive, che abbiamo pubblicato integralmente, e uno nostro, che aveva una telecamera che gli rimproverammo di non aver tenuto accesa, sappiamo di poter essere smentiti da tre su 5 presenti nella frase (dei fatti ora dubita lo stesso caporedatore dello sport della stampa amica, che pochi giorni fa lo ha scritto chiaramente, alleluja!).
Rischio per rischio ce ne assumiamo, quindi, un altro, ci siamo abituati ma è il nostro lavoro per i lettori, riferendo il pensiero di De Francisco anche sul Comune e sulla Provincia di Vicenza, impersonati da Achille Variati, prendendoci in giro sul "potere forte" che gli avevamo associato (e non certo in negativo pensando ad aziende pubbliche, fatturato e dipendenti che gestisce) sulla copertina del numero 280 di VicenzaPiù Magazine di ottobre portatogli in omaggio: «Potere forte di Comune e Provincia? Ma va là ! Sa che rappporti ci sono tra la forza della BPVi e quei due enti?».
Iacopo De Francisco usò un termine più deciso del "ma va là ", ma se questo è quello che vorà smentire, almeno ne prenda nota proprio Achille Variati, che ci conosce e sa valutare se diciamo il vero oppure no, sempre sulla nostra pelle.
Se il n. 2 della Popolare di Vicenza dopo Francesco Iorio, non ce ne voglia il n. 1 soprattutto di immagine Stefano Dolcetta, pensa questo del peso sociale ed economico di Comune e Provincia, dov'è, sindaco e presidente la differenza tra il manovratore degli interessi e delle politiche locali Gianni Zonin, che ha portato allo sfascio la vecchia banca e l'econimia locale, e i "promotori" della sua "esternalizzazione" a carico dei vecchi soci e a vantaggio dei nuovi?
Se non vuol risponderci, caro nostro candidato sindaco nel 2008, risponda a se stesso perchè ora Vicenza e i suoi simboli, come la BPVi e il Vicenza Calcio,si stannoamzzerando.
E se lei non contribuisce ad azzerare il resto del marcio, tanto, troppo, che c'è, per la città e l'area vasta, come lei ama definirle, non ci sarà ripartenza.Â
Rischioso? Indispensabile direi, visto che già si sono azzerati i patrimoni economici e i sogni sportivi di decine, centinaia di migliaia di vicentini!
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