BPVi e Veneto Banca: per Padoan assenza rischio bail-in ma soluzione di sistema deve essere di iniziativa privata. Messina vuol conoscere lo scenario, Boccia punta su efficienza e non su territorialità banche
Mercoledi 14 Giugno 2017 alle 18:37 | 0 commenti
"Confermo lo stato positivo del negoziato e l'assenza di rischio di bail-in". Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, si è espresso oggi sulle banche venete, rispondendo alla Camera durante il question time a un'interrogazione relativa, in particolare, al negoziato Ue sulla ricapitalizzazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Padoan ha precisato che "al momento non vi sono ulteriori elementi informativi rispetto al comunicato di ieri" e ha sottolineato che "la soluzione di sistema non è né può essere un'iniziativa pubblica; si tratta di valutazioni e considerazioni in ordine a un possibile investimento del tutto volontario che non possono che competere alle banche eventualmente interessate".
"Il Governo - ha detto invece Carlo Messina a margine di un'iniziativa di Acri e Intesa Sanpaolo a sostegno delle aree colpite dal terremoto - sta lavorando su questa situazione, mi sembra che oggi anche il vicedirettore generale di Bankitalia abbia fatto delle dichiarazioni su questo tema, francamente non ho altro da aggiungere a quello che dicono gli esponenti che stanno negoziando con la Commissione Ue". Quanto agli ostacoli normativi evocati oggi da Fabio Panetta "a me sembra che ci sia sicuramente una grande complessità nei meccanismi tecnici che consentono poi di risolvere le crisi. Ci sono aspetti che portano via molto tempo. Però ripeto interlocutori migliori di Governo e Banca d'Italia per parlare di questo non potete averne". A chi gli ha poi chiesto, con riferimento alle parole del vicepresidente della Bce Victor Constancio circa il fatto che l'instabilità finanziaria costi più di un salvataggio pubblico, se non sia più conveniente un intervento privato rispetto all'instabilità sistemica, Messina si è limitato a rispondere: "Non sono un uomo che ama fare ‘what if', parlo di soluzioni concrete e le ‘what if analysis' le uso in laboratorio quando faccio gli scenari per il piano della banca. Certamente l'instabilità è un aspetto che nell'ambito dei sistemi finanziari crea delle condizioni di stress, su questo non c'è dubbio".
"Il punto non è tanto avere banche del territorio, ma avere banche che facciano bene impresa bancaria. Come abbiamo bisogno di un'industria forte, abbiamo bisogno di banche forti. L'auspicio è che quanto prima si trovi una soluzione che non danneggi né i risparmiatori né le imprese". Così si è espresso il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine dell'assemblea annuale dell'Anis, l'associazione nazionale degli industriali di San Marino, rispondendo a chi gli chiedeva di eventuali impatti della crisi delle banche venete sull'industria italiana. Mentre in queste ore prosegue il negoziato con la Ue sulla ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, il numero uno di Viale dell'Astronomia fa capire come, dal punto di vista degli industriali, siano diversi gli aspetti su cui riflettere rispetto al mondo del credito: "Il primo è il rapporto con le singole banche, su cui dobbiamo avere un'evoluzione culturale reciproca. L'industria italiana deve aprire i suoi capitali anche ad altri, il progetto Elite ne è un esempio perché si può crescere senza debito". Dall'altra parte, continua Boccia, "abbiamo la necessità di aprire un fronte con tutte le banche affinché si valutino le cosiddette attività intangibili, che sono quelle che negli ultimi anni hanno determinato investimenti rilevanti da parte delle imprese". Infine, dice Boccia riferendosi agli istituti veneti, ci sono delle "criticità dal punto di vista territoriale che vanno chiaramente affrontate".
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