BPVi e Veneto Banca, Laura Puppato: "Ore decisive per il salvataggio"
Venerdi 23 Giugno 2017 alle 16:34 | 1 commenti
"Tra stasera e domani ci sarà un Consiglio dei Ministri che deciderà il futuro delle popolari venete, l'obiettivo è quello di garantire le migliaia di clienti, obbligazionisti e dipendenti - lo annuncia Laura Puppato, senatrice PD socia di Veneto Banca che ha contribuito a ricapitalizzare nel giugno del 2016 - L'unica istituzione che ha ancora una volta un impegno serio e continuativo sul caso di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza è il Governo, come già visto, prima con il salvataggio con il Fondo Atlante e ora con la facilitazione del passaggio a Intesa e l'assunzione su di sé degli NPL (non performing loans) attraverso la bad bank, unico modo per garantire che le banche possano provare a ricostruire la propria presenza sul territorio e sui mercati".
"Da parte del centrodestra e del M5S si è sfruttata la difficoltà di comprensione di un tema così difficile e complicato, per far passare anche questo intervento di salvataggio come una ruberia, questo è chiaramente falsificare la realtà . Le banche sono andate in crisi perché per anni hanno prestato denaro a chi non poteva o magari neppure era tenuto a restituirlo, senza vincoli e senza firme, costruendo al contempo imperi finanziari che avevano la stessa solidità di castelli di carta. Quando il Fondo Atlante intervenne, il fallimento era un'ipotesi più che fondata, mentre oggi è stata sventata - ricorda la Senatrice - oggi con Intesta può iniziare un nuovo percorso e le battutine sul costo di un euro sono davvero fuori luogo, visto che non è il valore dell'acquisto della proprietà a determinare il futuro delle popolari, ma la loro capacità di creare un giro d'affari e Intesa, ricordo, dovrà metterci, nella migliore delle ipotesi, 1,2 miliardi di euro solo per l'ulteriore ricapitalizzazione, quindi, quanti oggi arricciano il naso e dicono che per un euro la comprano anche loro, rispondo di accomodarsi e presentare la propria offerta. Strano a dirsi ma sono gli stessi che hanno contribuito a spolparle le banche in questo periodo, creando condizioni di aggressione e di sfiducia che hanno allontanato investitori e clienti. Strano a dirsi, ma fuori dal Ministero non c'è la fila per quello che dovrebbe essere l'affare del secolo".
"L'obiettivo ora è mantenere il marchio e la presenza territoriale delle due banche, cosa che è possibile solo a determinate condizioni, la bad bank si assumerà gli oltre 15 miliardi di NPL dei due istituti, che potranno comunque servire a costituire un tesoretto di un certo valore, da valutare in una forbice che può andare dal 10 al 50%, capace di far recuperare almeno in parte le perdite. L'operazione Veneto Banca e Popolare di Vicenza procede e sarebbe auspicabile da parte della Regione e delle opposizioni una fattiva collaborazione, almeno per non far prevalere la logica del muoia Sansone e tutti i Filistei" ha concluso.
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