Borse, fra panico ed euforia
Venerdi 21 Giugno 2013 alle 11:17 | 0 commenti
Cosa è accaduto nelle ultime due sedute alle Borse di tutto il mondo? Come tutti sappiamo il Presidente della Fed, Ben Bernanke, ha annunciato la fine del cosiddetto Quantitative Easing, cioè quel programma di acquisti, da parte della Banca Centrale statunitense, di Treasury (i titoli dello stato Usa). In pratica un'immissione massiccia (85 miliardi di dollari al mese) di liquidità che ha sostenuto il sistema finanziario in tutta questa fase di crisi.
Se vogliamo si può affermare che il mercato era "drogato" dall'intervento della Banca Centrale, ma preferiamo dire che la massima Autorità monetaria statunitense forniva un potente farmaco (nella lingua inglese non a caso il termine non cambia e rimane drug) necessario alla cura del "grande malato", ossia il sistema finanziario.
Tutti i farmaci, però, hanno delle controindicazioni, ed arriva anche il momento in cui, auspicabilmente, la salute migliora, vengono a mancare, così, i motivi per assumerli.
Detta in questo modo sembra tutto positivo, se siamo guariti non abbiamo più bisogno di prender medicine! Ma le cose, è evidente, sono un po' più complicate. Quando buttiamo via la stampella magari riusciamo comunque a camminare, ma sicuramente zoppichiamo, e, certamente, abbiamo una gran paura di cadere.
Quindi i crolli dei mercati mondiali ai quali abbiamo assistito in questi due giorni non dovrebbero sorprendere, anzi, avrebbero dovuto essere ampiamente prevedibili. Sì, ma la finanza è materia davvero particolare che si fonda su due stati d'animo esattamente contrapposti, l'avidità e la paura, per questo motivo i mercati hanno movimenti bruschi. A volte si può passare da una fase di euforia ad una depressiva nel giro di pochi minuti.
Ed è proprio per questo che la finanza non è adatta ai deboli di cuore e spesso "brucia" le persone. Per vivere a lungo in questo mondo occorre fare come quegli erpetologi che per risultare immuni dal morso dei rettili che studiano si iniettano dosi di veleno non letali in maniera progressiva.
Allora, tutti sapevano che prima o poi sarebbe stata annunciata la fine del programma di aiuti al sistema finanziario, ma finché durava le Borse sarebbero salite, quindi l'investitore troppo prudente, che fosse uscito troppo in anticipo non avrebbe sfruttato a dovere il "momento buono". D'altro canto un investitore troppo spregiudicato è rimasto intrappolato nel sell-off degli ultimi due giorni andando a perdere, in quarantottore, tutti i guadagni accumulati nell'ultimo mese e mezzo!
Domandiamoci quindi, ma nelle scorse settimane c'erano state avvisaglie che avrebbero potuto mettere in guardia un investitore accorto? In altre parole, era suonata un campanello d'allarme?
Naturalmente la risposta è sì! A posteriori siamo tutti siamo bravi, gli economisti, per questo, vantano un gran numero di simpatici aforismi, ne citiamo solo due:
Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista.
Gli economisti prevedono tutto, sbagliano sempre, e poi spiegano perché!
La prima di Kenneth Boulding, mentre la seconda è di John Kenneth Galbraith.
Sfidando comunque l'ironia dei lettori mi avventuro in una analisi a posteriori.
Siamo al 21 di maggio, la Borsa americana ormai da un mese ritocca giornalmente i propri massimi storici, parla il Presidente della Fed di St. Louis, Bullard, il quale si dice favorevole ad un proseguimento della politica monetaria fin lì sostenuta. Il mercato ne beneficia, ovviamente, ma quando manca un'ora e mezza al termine delle contrattazioni cominciano a prevalere le vendite, al fixing, comunque, il bilancio rimane positivo.
Quelli che hanno venduto in quei novanta minuti finali di seduta si dimostreranno, a posteriori, gli investitori più accorti, o forse più informati (il dubbio non ci deve mai abbandonare).
Il giorno dopo il capo supremo, ossia Mr. Ben Bernanke, avrà un'audizione davanti al Congresso e le sue parole saranno molto importanti. Il Chairmen della Fed, infatti dice testualmente: "l'allentamento quantitativo in Usa continuerà ancora per un po' di tempo".
Cosa significa?
In italiano lo sappiamo tutti, in politichese invece deve suonare in maniera diversa perché in precedenza veniva usata un'altra formula e precisamente: "per diverso tempo".
Per una persona normale sembrano due formulazioni analoghe, più che simili, ma l'orecchio fino di un investitore non poteva non notare la differenza ed infatti quel giorno l'indice di riferimento della Borsa americana, lo S&P500 perde lo 0,83%. Non è molto? Certo, ma c'è un dato più particolare che nessuno (o quasi) guarda e cioè la differenza percentuale fra il valore del fixing ed il massimo di giornata che in quel giorno fu particolarmente sensibile, -1,89%!!! Così la cosa riveste forse un aspetto diverso.
Tutto qui?
No!
Perché passano poche ore dalla chiusura di Wall Street e, naturalmente, visto il fuso orario, apre Tokyo che in quella seduta perderà il 7,32%!!!
Ed a quel punto il campanello d'allarme era diventato una sirena!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro e VicenzaPiu.comÂ
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