Borgo Berga, Sel punzecchia il Pd e rilancia: "continueremo la nostra battaglia"
Martedi 18 Marzo 2014 alle 17:26 | 0 commenti
Sinistra Ecologia Libertà di Vicenza - E’ di qualche giorno fa l’intervento del PD cittadino sul tema Borgo Berga volto a chiedere una seduta della Commissione Territorio, alla presenza dei responsabili politici che nel 2003 hanno deciso di dare il via libera all’edificazione. L’eventualità che Berlusconi o che lo stesso Hullweck si sottopongano alle domande dei commissari ci pare alquanto peregrina.
Ciò nonostante, prendiamo atto con favore della presa di coscienza del Partito Democratico e ci auguriamo che voglia approfondire seriamente la questione, contribuendo a fare piena luce sulla correttezza dell’iter procedurale e su eventuali irregolarità amministrative. Non di meno, ci corre l’obbligo di ricordare che il complesso di Borgo Berga è frutto di due PIRUEA: il primo del 2003 e la successiva variante del 2009. Per quanto sia apprezzabile l’impegno del Pd in questo momento, crediamo che già nel 2008 ci fossero tutti i presupposti per iniziare a fare chiarezza. Â
Nei mesi scorsi, anche grazie al puntuale lavoro della consigliera Dovigo, è emersa una serie di problematiche tutt’ora irrisolte che ci preme riassumere brevemente:
- La prima di queste è la distanza delle costruzioni dai corsi d’acqua che secondo il Regio Decreto del 1904 dovrebbe essere di 10 metri. Il Genio Civile ha affermato di aver dato la propria interpretazione derogando a questo obbligo, ma se di deroga si tratta, non ci risulta che vi sia alcun documento protocollato in grado di attestarla.
- Altra questione è quella del verde urbano. Nel progetto e nella realtà il verde pubblico del complesso è costituito interamente dall’argine dei fiumi. Le norme urbanistiche (L 1444/68 e LR 61/85) prevedono in modo chiaro ed inequivocabile che sia un verde fruibile dai cittadini , ma ci è stato risposto in modo un po’ sibillino che “un altro verde urbano è possibileâ€, cioè quello quasi perpendicolare non è vietato. Noi non riusciamo proprio ad immaginare bambini che giocano a pallone o persone che passeggiano con il cane su un argine a picco sul fiume.
- Poi c’è l’individuazione del piano di campagna, ossia della quota zero del fabbricato. E’ del tutto evidente che riferirla a Piazzale Fraccon, anziché com’era prima in corrispondenza dell’ingresso storico dell’edificio, comporta una differenza di 7 metri e che, quella ricavata fra le due quote, è tutta volumetria regalata al costruttore. Molti altri sono gli aspetti ancora da verificare, a partire dal prossimo incontro con la Sovrintendenza, in cui si dovrà giustificare la scelta di abbattere le facciate dei vecchi opifici industriali, che in prima istanza erano state ritenute di valore storico e reperto di archeologia industriale.
I lavori della commissione non sono ancora conclusi, ma da quanto è emerso finora sembra proprio che alcune normative siano state molto poco applicate e troppo interpretate e che la legge ed i vincoli siano stati addolciti.  Una concezione della politica che ci lascia del tutto insoddisfatti e che ci sprona a continuare nel nostro impegno. Ben venga dunque il coinvolgimento del PD, nella speranza che vorrà unirsi a noi e ai comitati di cittadini in questa battaglia di legalità e di tutela del bene comune.
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