Confartigianato: la legge di stabilità genera crediti IVA e penalizza fiscalmente le piccole imprese
Giovedi 5 Febbraio 2015 alle 15:04 | 0 commenti
Confartigianato Vicenza - “Se la analizziamo da vicino, il minimo che possiamo dire è che la Legge di Stabilità non è certo stata generosa con il mondo delle piccole impreseâ€. Il giudizio è del presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, che riassume in questi termini il perché di tanta perplessità : “Sono stati introdotti troppi limiti e condizioni per l’accesso al cosiddetto ‘regime forfettario’ destinato alle imprese marginali; è stato creato un grosso problema di liquidità con l’introduzione dello Split Payment e l’estensione del Reverse Charge; infine, le attese per un alleggerimento dell’Irap si sono concretizzate solo in un credito d’imposta del 10%, e da utilizzare dal 2016â€. Bonomo entra poi nel dettaglio per illustrare i motivi del dissenso che la categoria esprime.
“Per quanto riguarda il regime forfettario, la soglia di accesso fissata a soli 20.000 euro di ricavi annui è troppo bassa e inadeguata. Inoltre, i pensionati restano di fatto esclusi dal regime, e questo certo non favorisce lo svolgimento di attività assolutamente marginaliâ€.
Quanto allo Split Payment, con la sua introduzione la Pubblica Amministrazione pagherà all’impresa fornitrice solo l’ammontare dell’imponibile indicato in fattura e tratterrà l’Iva per versarla direttamente all’Erario. “È evidente – osserva Bonomo - che le imprese che fatturano alla Pubblica Amministrazione saranno così destinate ad accumulare credito Iva, quello derivante dall’imposta pagata ai fornitori per gli acquisti effettuati e portata in detrazioneâ€.
Infine, l’estensione del Reverse Charge alle prestazioni di servizi di pulizia, demolizione, installazione impianti e altre di completamento relative a edifici ha praticamente reso applicabile tale meccanismo a tutto il settore dell’edilizia. “Parliamo di estensione – sottolinea Bonomo - perché nei rapporti di subappalto il Reverse Charge era già operante e continua a esistere, mentre ora vale indipendentemente dal rapporto contrattuale sottostante. Anche in questo caso, l’effetto è la generazione di credito Iva per le imprese che operano la prestazione, poiché non addebitano l’imposta in fattura, ma detraggono quella pagata sugli acquisti effettuatiâ€. La formazione di tali crediti Iva preoccupa gli imprenditori, specie considerando che le richieste di rimborso per importi superiori a 15.000 euro devono essere accompagnate da una fidejussione o da un visto di conformità . A giudizio di Bonomo, “i risultati sono: tempi di attesa che si dilateranno sempre di più a causa dell’aumento delle richieste di rimborso e ulteriori costi per l’ottenimento delle fidejussioni o dei visti di conformità â€.
Un altro capitolo critico riguarda il fatto che la ritenuta operata dalle banche sui bonifici relativi alle prestazioni di ristrutturazione e di risparmio energetico (quelle che godono delle agevolazioni del 50% e del 65%) è stata addirittura raddoppiata, passando dal 4% all’8%, con la conseguenza di togliere ulteriore liquidità alle imprese. “Un altro sgarbo – accusa Bonomo - alle aziende dell’edilizia, che già devono lottare quotidianamente per la sopravvivenzaâ€.
Infine, l’atteso alleggerimento dell’aliquota Irap si è tradotto solo in un credito d’imposta del 10%, da utilizzare però dal 2016, “e non è stata nemmeno accolta – conclude Bonomo - la nostra richiesta di elevare l’abbattimento forfettario dell’imponibile dagli attuali 9.500 ai 15.000 euro. Così proprio non vaâ€.
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