Bocciato reverse charge sull'Iva, Pmi vicentine esultano
Martedi 26 Maggio 2015 alle 15:45 | 0 commenti
La nota di Apindustria Vicenza
Le piccole e medie imprese tirano un sospiro di sollievo per la bocciatura arrivata dalla Commissione Europea sul reverse charge, il meccanismo di applicazione dell'Iva, previsto dalla legge di Stabilità , sulle forniture verso la grande distribuzione che avrebbe penalizzato, in particolare, le imprese manifatturiere.Se la misura fosse stata autorizzata dalla UE le aziende fornitrici della GDO si sarebbero trovate a pagare l'imposta sui propri acquisti, salvo poi non riscuotere l'Iva nelle vendite creando disequilibri finanziari da gestire tramite, non certo agevoli, pratiche di rimborso.
«Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione – commenta Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza – perché la decisione arrivata dall'Europa rende giustizia alle nostre imprese, che sarebbero state danneggiate da un recupero di Iva a medio-lungo termine, dovendo contare su meno liquidità a disposizione durante l'anno».
Per la Commissione non ci sono nemmeno prove sufficienti che la misura richiesta avrebbe contribuito a contrastare le frodi, bensì ne avrebbe aumentato il rischio. «Insieme alle sacrosante valutazioni nel merito sul reverse – conclude Lorenzin – auspichiamo analoga sorte anche sullo split paymentâ€. La scissione dei pagamenti nelle forniture verso la PA rappresenta, infatti, un’altra “piaga†introdotta dall’ultima legge di Stabilità e già in vigore da inizio anno pur nelle more del placet di Bruxelles. In base alla scissione dei pagamenti lo Stato e gli enti pubblici si sono, infatti, avvocati il diritto a trattenere l’Iva dovuta ai proprio fornitori, aumentando così le tensioni finanziarie in capo alle imprese, senza trascurare, peraltro, l’insorgere di nuove complicazioni per tutti (Pubbliche amministrazioni comprese).
Bene, infine, l’annuncio del Governo mirato a scongiurare l’aumento della accise previsto dalla clausola di salvaguardia in caso di bocciatura. Discutibile, però, questo modo di legiferare per “tentativi†che cozza con le esigenze di certezza e di semplificazione di cui si sente l’estremo bisogno .
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