Blocchi del traffico, ecco perchè non servono
Mercoledi 2 Dicembre 2009 alle 18:01 | 0 commenti
Non c'è molto da stupirsi. L'iniziativa, lodevole, con cui l'assessorato all'ambiente intendeva promuovere l'uso del mezzo pubblico per i possessori di vecchie auto non catalizzate - sconti su biglietti, carnet e abbonamenti per compensare i disagi causati dai blocchi del traffico antismog - non è partita con piede giusto. Stando a quanto riportato l'altra sera da Tva, infatti, nella prima settimana di promozione sono stati solo un paio i vicentini che si sono fatti avanti. Certo: una settimana è un periodo troppo breve per stilare bilanci o intonare de profundis, ma se il buon giorno si vede dal mattino, c'è poco da stare allegri. E non perché l'idea non fosse di quelle buone, anzi. Per una volta Vicenza, caso quasi unico in Italia, aveva affiancato ai consueti blocchi un'iniziativa promozionale, mettendoci risorse e anche la faccia, come recita lo slogan della campagna promozionale.
Il problema, però. è che c'è poco da compensare quando i blocchi sono studiati apposta per creare meno disagi possibili. Non solo si fermano solo i mezzi più antiquati (si parla di circa tremila veicoli in città , probabilmente in buona parte seconde auto), ma si fissano anche delle fasce orarie estremamente elastiche, e quindi aggirabili. Con il blocco in vigore, come avviene quest'anno, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, non c'è nessun problema a svolgere tranquillamente tutte quelle faccende per cui di solito si sposta l'auto dal garage: accompagnare i figli a scuola, recarsi al lavoro, fare piccole commissioni. Alla fine, a restare bloccati, sono davvero i pochi che fanno un lavoro con orari imprevedibili (o con turni non canonici) e che hanno come unica auto familiare una vecchia Fiat anni '80.
Se si vuole che i blocchi servano almeno ad abituare le persone a cercare alternative all'auto privata, bisognerebbe avere il coraggio di farli in modo più serio. E il discorso non riguarda solo il Comune, ma anche Provincia e Regione, che sul problema non fanno nulla, lasciando le amministrazioni comunali completamente senza sostegno. Altrimenti si ottengono solo delle mezze misure, dei provvedimenti zoppi, pensati più per evitare esposti e polemiche che per conseguire davvero qualche risultato. E che infatti non servono a nulla. Tanto varrebbe, a questo punto, dire che i blocchi non servono nemmeno alla tanto sbandierata funzione pedagogica, e metterci una pietra sopra.
Luca Matteazzi
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