Biotecnologie, Confagricoltura: 21 milioni stanziati per la ricerca
Martedi 12 Gennaio 2016 alle 15:35 | 0 commenti
Confagricoltura Vicenza
“L’apertura del ministro Maurizio Martina alle biotecnologie è in linea con quello che abbiamo sempre sostenuto: la ricerca e l’innovazione genetica in agricoltura devono essere viste come una soluzione alle sfide globali, non come un problemaâ€. Michele Negretto, presidente di Confagricoltura Vicenza, plaude ai 21 milioni stanziati nella Legge di stabilità per un progetto pubblico triennale che sarà gestito dal Crea, il Centro di ricerca specializzato del ministero delle politiche agricole, che punta al miglioramento genetico attraverso biotecnologie sostenibili.“La posizione del ministro sul tema è in linea con quello che Confagricoltura Veneto ha sostenuto con forza in occasione del suo convegno che si è svolto in novembre a Padova – sottolinea Negretto -, in cui intervennero scienziati e ricercatori, dove si puntò il dito contro il grave deficit competitivo dell’agricoltura italiana, auspicando una via italiana del miglioramento genetico. Il ministro Martina dichiara ora che è necessario investire sulle migliori biotecnologie per tutelare le nostre produzioni principali. Siamo pienamente d’accordo. Innovativi strumenti, come il genome editing e la cisgenesi, possono consentire un miglioramento genetico senza alterare le caratterizzazioni produttive del sistema italiano. Perciò non devono essere considerati ogmâ€.
Gli agricoltori italiani acquistano l’87 per cento dei loro mangimi, spendendo ogni anno 800 milioni di euro per importare dall'estero ogm. Nel nostro Paese è vietata, infatti, la coltivazione di piante geneticamente modificate, così come la loro sperimentazione in campo. In aumento le importazioni da Sudamerica, Ucraina, ma anche da Francia e Spagna. “Abbiamo rese produttive del 20 per cento più basse rispetto ai produttori che possono utilizzate sementi Ogm – ricorda Negretto -. Come se ciò non bastasse, i nostri prodotti realizzano nel mercato uno o due euro in meno per quintale rispetto alle importazioni. E' facile comprendere che in questo mercato libero e globale, in cui si compete con mezzi diversi, le nostre produzioni non possono difendersi. E’ d’obbligo un cambio di marcia o soccomberemoâ€.
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