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Bin Laden il giorno dopo, ora il mondo ha paura delle ritorsioni

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 4 Maggio 2011 alle 00:20 | 0 commenti

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Rassegna.it - L'Occidente attende la reazione di al Qaida. Fermato un commando in Afghanistan. Lo scrittore pachistano Rashid: "Ora cresce il rischio attentati". D'Alema: "L'Italia non è un obiettivo particolare". Si accende anche la lotta per i vertici di al Qaida (nella foto la situation room della Casa Bianca durante il blitz).

Il giorno dopo l'uccisione di Osama bin Laden, dopo i festeggiamenti a Ground zero, le indiscrezioni sulla sua morte e le pacche sulle spalle agli Usa da parte di tutto l'Occidente, il mondo si risveglia, convincendosi di essere più sicuro, ma anche domandandosi cosa succederà ora.

La prima cosa certa, secondo tutti gli analisti, è che la morte dello Sceicco del terrore non significa la morte di al Qaida. "Bin Laden è morto, ma al Qaeda non scomparirà certo in un giorno", dice in un'intervista al 'Messaggero', il giornalista e scrittore pachistano Ahmed Rashid, consulente di Human Rights Watch e autore di una serie di best seller sul Pakistan e sull'Afghanistan. Rashid spiega che "centinaia di jihadisti o simpatizzanti tali in questo momento piangono la morte del loro leader e stanno giurando di dare la propria vita per vendicare Osama bin Laden".

"Un uomo una bomba, questa è la filosofia del momento -avverte Rashid- chiunque può diventare membro di al Qaida semplicemente piazzando su iniziativa individuale una bomba da qualche parte, come nel caso del fallito attentato di Times Square a New York". Perciò, mette in guardia, "il rischio di attentati in tutta Europa e negli Stati Uniti, adesso, è altissimo, più che alto che mai" e "qualche jihadista fai-da-te potrebbe perfino colpire un supermercato".

Per timore di attentati, gli Usa hanno chiuso l'ambasciata e i consolati a Islamabad. Lo ha annunciato il portavoce delle delegazione diplomatica americana nella capitale pakistana. I talebani pakistani avevano minacciato di vendicare la morte del capo di al Qaida. Non a caso, sempre oggi, le forze di sicurezza afghane hanno localizzato ed ucciso un gruppo di circa 25 militanti armati che erano penetrati nella provincia orientale di Nuristan con il proposito di vendicare l'uccisione ieri a Abbotabad, in Pakistan, di Osama bin Laden. Lo ha reso noto una fonte del governo a Kabul. Il gruppo, ha rivelato il governatore del Nuristan, Jamaluddin Badr, è entrato nella provincia durante la notte ed era composto prevalentemente da stranieri, fra cui arabi, ceceni e pachistani.

La tensione sale anche in Italia, ma il presidente del Copasir, Massimo D'Alema cerca comunque di smorzare i toni. "Non credo che esista un rischio particolare per l'Italia. È un rischio per tutto il mondo occidentale e bisogna prendere tutte le misure necessarie per prevenire i rischi" ha detto D'Alema a La Telefonata su Canale. "Il governo sta facendo, sta prendendo le sue decisioni. Noi nella sede parlamentare - ha aggiunto D'Alema - le verificheremo, domani o dopodomani, con l'audizione dei responsabili dei servizi".

Intanto però, il mondo arabo è in fermento. Quello dell'uccisione di Osama bin Laden è un giorno triste per tutto il mondo islamico": con queste parole il leader dell'opposizione islamica sudanese, Hasan al-Turabi, ha commentato la notizia della morte del terrorista saudita. "Nonostante le divergenze che ci fossero tra di noi credo che sia morto da martire", ha dichiarato al-Turabi alla tv araba 'al-Jazeera'.

Nel frattempo, i ministri degli Esteri di Iran, Ali Akbar Salehi, ed Egitto, Nabil al-Arabi, hanno avuto una conversazione telefonica durante la quale hanno discusso anche della situazione delle relazioni bilaterali in questa fase di riavvicinamento dopo l'uscita di scena al Cairo del presidente Hosni Mubarak. Lo riferisce oggi la televisione iraniana in inglese PressTv, precisando che il colloquio è avvenuto ieri sera. I capi delle due diplomazie, aggiunge l'emittente, hanno parlato anche della questione palestinese, dopo che Hamas e al-Fatah hanno annunciato un accordo di riconciliazione e l'Egitto la rimozione graduale del blocco di Gaza con la prossima riapertura del valico di Rafah, fra la Striscia e il Sinai.

Secondo Cuba, invece, l'uccisone di bin Laden serve a distrarre l'opinione pubblica internazionale dai raid militari sulla Libia. È questa la linea adottata dai media cubani sulla morte del leader di al Qaida. "Salta all'occhio che la morte del terrorista più ricercato venga annunciata mentre la Nato bombarda dei suoi raid provoca la morte di un figlio del leader libico Muammar Gheddafi e tre suoi nipotini", ha commentato il notiziario televisivo dell'ora di pranzo. La figura di bin Laden, definito "un ex collaboratore della Cia", non viene comunque esaltata dai media cubani. "Quello che è veramente deplorevole -si legge sul sito ufficiale Cubadebate.cu - non è che bin Laden abbia avuto il destino che cercava, ma che migliaia di persone siano morte per i suoi ideali criminali. O che migliaia di persone siano morte quando gli Stati Uniti hanno deciso di servirsi degli attacchi dell'11 settembre per assicurarsi l'egemonia in Medio Oriente".

Ora, tra l'altro, secondo la stampa israeliana, si accenderà la lotta ai vertici di al Qaeda per la leadership. Oltre al n. 2 dell'organizzazione, Ayman al-Zawahiri, altri dirigenti emergono già al suo fianco e forse potrebbero ambire a sostituire essi stessi bin Laden. Lo afferma, in un'analisi, il quotidiano Haaretz. Haaretz scrive che fra i pretendenti c'è Seif al-Adel, un ex colonnello delle forze armate egiziane, e Saliman Jassem al-Gheit, un kuwaitiano di 46 anni, veterano delle campagne in Bosnia e in Afghanistan. Ma in lizza c'è anche Anwar al-Awaleki, un predicatore yemenita.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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