Berlusconi: la mafia sconfitta in tre anni
Martedi 3 Agosto 2010 alle 13:02 | 0 commenti
Dichiarazioni shock del premier nella conferenza degli ambasciatori su L'Aquila e sulla  giustizia penale. E' un Berlusconi (nella foto con Marcello Dell'Utri, n.d.r.) a tutto campo quello che, prima ancora dello strappo ufficiale con i finiani di Futuro e Libertà per l'Italia, e già in versione da pre campagna elettorale, torna ad attaccare "le brutte opere di fiction e di letteratura sulla mafia" che recano danno all'immagine dell'Italia nel mondo, quando, invece, "La Mafia italiana è considerata la sesta o settima del mondo, ma per fama è al primo posto".
Poi l'impegno shock sull'argomento all'origine della colpevoli fiction: "Nei prossimi tre anni porteremo a termine la lotta alla mafia, un fenomeno che danneggia l'Italia nel mondo. E così come abbiamo aiutato il Mady in Italy sconfiggendo l'emergenza rifiuti e ne siamo lieti (mancano gli ultimi aggiornamenti da Palermo, etc., n.d.r.), così come abbiamo saputo affrontare l'emergenza terremoto come in altri pochi altri paesi nel mondo, combatteremo la criminalità per aiutare l'immagine dell'Italia all'estero".
Ma proprio su L'Aquila, in cui l'emergenza terremoto sarebbe stata affrontata con successo, Berlusconi fa un altro annuncio clamoroso e, in parte, contraddittorio: "Ci sono ancora 13 miliardi da spendere nella ricostruzione dell'Aquila, le istituzioni locali non sono state opportune e tempestive sui lavori e così da oggi abbiamo deciso di riprendere in mano noi la ricostruzione dell'Aquila".
I miliadi ci sono, i locali sono incapaci, 'ghe pensi mi'. Gli aquilani tornano a sperare.
Infine, un annuncio in parte atteso: "Farò presto un intervento per anticipare la grande riforma della giustizia penale". Berlusconi conferma così le indiscrezioni che davano per probabile un suo intervento alla Camera sui temi della giustizia e del governo. Allo stesso tempo torna a lamentarsi della nostra architettura costituzionale: "Se la legge non piace ad una certa magistratura di sinistra viene impugnata davanti alla Consulta che abroga questa legge. Questa - conclude - è una situazione che non possiamo più accettare".
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