Berlato a VicenzaPiù su Filippi e Lega Nord. No a Cis e a nuovi centri, Vicenza Est inclusa
Domenica 30 Gennaio 2011 alle 20:53 | 0 commenti
L'europarlamentare del Pdl Sergio Berlato (nella foto A3 di archivio) vuole affrontare solo di "striscio l'affaire Cis in quanto tale", ma abbiamo provato ad analizzare con lui questa questione e l'ambito politico in cui viene collocata.
Di seguito riportiamo l'intervista che l'eurodeputato, nonchè Vice Coordinatore Provinciale del Popolo della Libertà , ci ha cortesemente concesso.
Onorevole Sergio Berlato, lei nel suo comunicato, ripreso oggi dal GdV, ha dichiarato "Non siamo interessati agli affari privati del Senatore. Filippi", ma poi fa una battuta sui mercanti cinesi che vogliono valorizzare quello che vendono dicendo di farlo ma aggiungendo. "... ci limetto, ci limetto"». L'opposizione alle nuove licenze per grandi superfici commerciali quanto si fa forte del caso, per lei eclatante, di manovre "nella camera dei bottoni" per favorire un senatore leghista che ogni giorno sembra staccarsi sempre di più dalla politica (o, almeno, da una parte della Lega) anche per le lotte intestine al suo partito contro lui stesso, a dire di Filippi?
Berlato. Ribadisco che non mi interessa la polemica personale con il sen. Filippi che, da imprenditore, può fare tutti gli affari che vuole. Saranno altri a verificare se il modo che utilizza per fare affari e' lecito oppure no. Io ho posto una questione politica al Partito della Lega Nord per sapere quale sia la posizione di questo partito sull'espansione dei centri commerciali, visto l'impatto devastante che quest'ultimi producono sulle piccole e medie imprese, sui piccoli esercizi commerciali e sul nostro territorio. Certo indispone l'ostentazione del sen. Filippi sulla sua presunta volontà di rinunciare ad un introito di oltre 52 milioni di euro pur di rimanere in politica, dal momento che tutti noi sappiamo come è entrato in politica il senatore leghista, perché c'è entrato e perché ci rimane. Cose che oltre a noi sono perfettamente conosciute dalla classe dirigente della Lega Nord.
La sua posizione, di cui Elena Donazzan si è fatta portavoce in Regione e non senza rischi col ‘grande capo' Luca Zaia, è condivisa dalle associazioni del commercio come l'Ascom ad esempio. In più la base leghista, quella che oggi ha votato per il segretario provinciale, dovrebbe essere più vicina a questa idea di valorizzazione del commercio locale. La fronda annunciata da Lovat nel partito si ispira a queste idee base del leghismo, oppure è un diversivo tattico, visto che, se Lovat è o era vicino a Franco, anche quest'ultimo senatore certo non ci ha rimesso in una recente transazione immobiliare che prevede la costruzione di una struttura Lidl su un terreno prima a vocazione non commerciale?
Berlato. Ecco perché insisto nel dire che la nostra è una questione politica che riguarda il partito della Lega Nord e non un singolo suo componente. Vogliamo sapere se il metodo usato dai dirigenti leghisti è condiviso dalla base leghista oppure se a guidare la Lega Nord è arrivata una classe dirigente aristocratica ed elitaria che, pur di garantire qualche vantaggio a qualcuno della casta, è disposta a rinnegare quegli ideali tanto ostentati ma poco rispettati.
La sua posizione per il Cis - Filippi è la stessa per Vicenza Est - Vicenza Futura? Se si, quali alternative, se concorda con questa necessità , propone per spostare altrove lo stadio Menti dal centro e per realizzarne uno nuovo che non costi più alle aride casse comunali?
Berlato. La nostra e' una battaglia convinta che conduciamo contro l'autorizzazione a nuovi centri commerciali che, con la loro eccessiva proliferazione, finiscono per uccide i piccoli esercizi commerciali, devastando e cementificando il nostro territorio.
Crede all'uscita di Filippi dalla politica? Cosa ne sarà della scommessa del senatore: "Se venderò senza speculare l'onorevole Berlato dovrà dimettersi!"
Berlato. Probabilmente il sen. Filippi crede che abbiamo tutti l'anello al naso e che possiamo abboccare alle sue presunte rassicurazioni di voler rinunciare ad oltre 52 milioni di euro, come bel gesto che gli permetterà di restare in politica. Non e' con me che il senatore leghista deve vincere le sue scommesse, ma con il suo elettorato e con l'elettorato del suo partito. A giudicare da come è uscito il suo candidato dal congresso della lega nord di oggi, credo che siano ben altre le scommesse che devono preoccupare il senatore, non certo quelle fatte in modo unidirezionale con il sottoscritto.
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