Beniamino Anselmi "sfiducia" Veneto Banca & c., Francesco Iorio non molla coccarde BPVi ma Fabrizio Viola non sarebbe disposto a fare una barchetta coi legni non marci delle due e varare una banchetta destinata ad affondare
Giovedi 24 Novembre 2016 alle 09:59 | 0 commenti
Aggiornamento della nota delle 22.19 del 23 novembre. Con grande coerenza e professionalità Beniamino Anselmi, dopo essersi dimesso da presidente del Cda di Veneto Banca non condividendo la volontà del Fondo Atlante, socio di stragrande maggioranza della BPVi e dell'istituto montebellunese, di voler fondere le due ex Popolari venete immolando migliaia di dipendenti a fronte di un risultato molto incerto dell'operazione sostenuta anche da Gianni Mion, presidente della Banca Popolare di Vicenza, ha lasciato anche le cariche di Consigliere di Veneto Banca, della controllata Banca Apulia e del partecipato consorzio SEC Servizi nonostante la volontà della proprietà di non perderne l'apporto, almeno a livello di immagine.
L'uscita totale di Anselmi è, quindi, un altro forte messaggio di dissenso verso la fusione lacrime e sangue e assume ora il significato di una denuncia globale del progetto, che per giunta non ha alcun chiaro contorno tecnico e appare destinato a bruciare altro denaro oltre che vite umane.
Ma, nel frattempo, c'è chi rimane fortemente attaccato alla sua poltrona, peraltro scandalosamente remunerata mentre si prospettano tagli e sacrifici fortissimi ai livelli bassi nonostante il fallimento di tutte le opzioni finora da lui fatte approvare o sostenute a Vicenza
A non accennare a uscite (forse per riguadagnare la faraonica buonuscita a cui ha dovuto rinunciare dopo la milionaria buonentrata incassata) è l'ad Francesco Iorio, che finora ha elaborato piani e contropiani con Gianni Zonin, Stefano Dolcetta e ora con Gianni Mion tutti con gli esiti ben noti, e che pare sempre meno gradito non solo dall'attuale presidente della Vicentina ma anche dalla proprietà di Atlante che, scriveva Stefano Righi su Corriere Economia di lunedì 21 novembre, a gestire la complessa fusione vorrebbe Fabrizio Viola già in passato vice direttore generale della BPVi e fino all'8 settembre 2016 Amministratore Delegato del Monte dei Paschi di Siena da cui è uscito per tutti i "giochi" di equilibrio in corso ma che aveva raccolto all'inizio del 2012 la pesantissima eredità lasciata dalla coppia Mussari-Vigni, conti in profondo rosso e una lunga bufera giudiziaria, per firmare tutti i passi di un difficile processo di risanamento e pulizia, ancora in corso.
Ma la domanda negli ambienti finanziari non sarebbe tanto se Iorio lascerà (improbabile sua sponte) le sue coccarde ma se Viola accetterebbe di recuperare da una coppia di navi con mille falle i residui legni non marci che potrebberoservire a varare una barca nuova, magari più piccola, una barchetta, ma in grado di galleggiare prima e mettersi in mare poi.
Per diventare una banchetta, è il nostro timore per non dire triste certezza, che nel mare della finanza globale e nell'oceano in tempesta della fiducia persa a Vicenza e Montebelluna parrebbe fin d'ora destinata, comunque, ad affondare
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