Bendinelli dopo Galan Sartori: Forza Italia non c'è, rischio regionali
Sabato 27 Dicembre 2014 alle 18:45 | 0 commenti
di Marco Bonet*
Un partito «senza entusiasmo». Un'elezione, quella della primavera prossima, «ad altissimo rischio». E un futuro «tutt'altro che roseo se non ci sarà un cambio di rotta rapido e deciso». Davide Bendinelli, 40 anni di cui dieci da sindaco di Garda e altrettanti da assessore in Provincia a Verona, ora consigliere regionale da poco entrato nella squadra di Zaia come assessore al Sociale, parla di quel che sta accadendo in Forza Italia.
O meglio, di quel che non sta accadendo, con un partito in crisi di consensi ma anche (e soprattutto) di idee. «Con i sondaggi che abbiamo in mano, e viste le recenti performance alle Regionali in Emilia Romagna, forse il nostro coordinatore, Marco Marin, farebbe meglio a preoccuparsi meno degli equilibri lungo l'asse tra Arcore e Roma e dei buoni rapporti di cui gode con i vertici del partito, per dedicare più tempo al dialogo con i cittadini. Cosa intendiamo fare? Come lo vogliamo fare? Non si riesce a capire». Lei è il vice di Marin...
«E resto al suo fianco. Ma serve una sterzata e solo in quel caso sarò disposto a seguirlo fino in fondo. Oggi, in Veneto, Forza Italia è completamente assente dal dibattito politico e fatica a tradurre sul territorio le battaglie messe a punto a livello nazionale. Il nostro coordinatore deve prendere in mano la situazione, basta giocare a nascondino».
Teme che Forza Italia possa finire cannibalizzata dalla Lega, peggio di quanto è già accaduto nel 2010? «Di fronte all'indubbio successo della Lega in Emilia Romagna e tenuto conto del trend che hanno imboccato dopo le Europee, la preoccupazione c'è ed è tanta. Ma mi fa più paura l'astensionismo che colpisce i nostri elettori. Colpa della cattiva politica e della sfiducia nelle istituzioni».
Magari se si capisse un po' meglio da che parte sta Forza Italia... La malcelata passione di Berlusconi per Renzi la disturba?
«Berlusconi è un uomo schietto e ha sempre faticato a considerare gli avversari politici come nemici. Sta con Renzi sulle riforme istituzionali e lo capisco, sono quelle volute da sempre da Forza Italia. Ma sulla politica economica del governo serve un'opposizione dura: è fallimentare, sostenuta solo dai poteri forti, infarcita di parole a cui non seguono mai i fatti, ha aumentato la disoccupazione e la povertà , tagliato tutto il tagliabile agli enti locali. Il semestre italiano di Presidenza Ue si sta concludendo nel peggiore dei modi».
Come potete uscire dall'impasse?
«Non amo stare nella compagnia degli struzzi, quelli che mettono la testa sotto la sabbia. Stiamo pagando le conseguenze di alcune scelte sfortunate, calate dall'alto. E allora ripartiamo dal basso, lasciamo perdere i cerchi magici: i nostri sindaci e i nostri amministratori hanno conquistato con impegno, nel tempo, credibilità e consensi. E poi i giovani: da loro può arrivare uno scossone salutare, una bella svegliata. Diamo spazio alle nuove leve e alle prossime Regionali evitiamo di ricandidare chi è incollato alla sedia da vent'anni e ancora vuole riprovarci "per spirito di servizio"».
A proposito del consiglio: le pare normale che Forza Italia sia spacchettata in due gruppi?
«Non è normale. E' una vergogna e un grave errore politico che pagheremo caro se non rimedieremo entro la fine della legislatura. Siamo o non siamo tutti sulla stessa barca?».
Ma lei sta con Fitto e i ribelli?
«Ho aderito a Forza Italia a 19 anni, il mio leader è e rimane Berlusconi, il migliore. Ma è meglio sbagliare insieme piuttosto che da soli. Il partito ha bisogno di aprirsi, serve più democrazia, più partecipazione, vanno premiati il merito e le capacità . Basta con gli uomini soli al comando».
Dunque sì alle primarie.
«Certo, le primarie sono utili a tutti i livelli, dalla scelta del nuovo leader del centrodestra in giù». Quanto ha pesato nei destini di Forza Italia la caduta dei giganti Galan, Chisso, Sartori?
«L'inchiesta sul Mose è stata una vicenda amara e una grande sofferenza personale, per tutti. Va detto, però, che Galan da almeno 5 anni non si occupava più del Veneto e men che meno di Forza Italia. Una verifica democratica, comunque, può aiutare anche in tal senso».
In chiusa, una curiosità : che ne pensa della candidatura di Mara Venier a Venezia?
«Penso che in un momento drammatico come quello che stanno vivendo i veneziani la città abbia bisogno più di validi amministratori che di star dello spettacolo o del cabaret».
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.