Beggiato: l'archivio della Repubblica Veneta, non più Serenissima?
Domenica 27 Dicembre 2015 alle 20:43 | 0 commenti
Riceviamo da Ettore Beggiato e pubblichiamo
E' in corso nella prestigiosa sede dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, a Palazzo Franchetti all'Accademia, una mostra che celebra il secondo centenario dalla fondazione dell'Archivio di Stato di Venezia, istituito con il nome di Archivio Generale Veneto dall'imperatore d'Austria Francesco I con sovrano rescritto del 13 dicembre 1815. Da allora, ininterrottamente, l'Archivio svolge la funzione di conservare il patrimonio documentario della Serenissima Repubblica Veneta, dei monasteri e dei conventi soppressi in età napoleonica, delle corporazioni d'arte e mestiere e delle scuole di devozione, cui si sono via via aggiunte le carte dei governi che si sono succeduti nel Veneto fino ad oggi.
Nella sede originaria nell'ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, scelto fin dall'origine proprio per le sue cospicue dimensioni - cui si sono in seguito affiancate le sedi sussidiarie della Giudecca e di Mestre - si snodano circa 70 chilometri di scaffali dove trovano posto più di 800 fondi archivistici, ancora in larga misura disposti secondo il progetto ideato dal primo direttore dell'Archivio, Giacomo Chiodo, inteso a riproporre la struttura statuale della Serenissima. Per celebrare questo anniversario l'Archivio ha organizzato una mostra documentaria in cui proporre al pubblico una significativa selezione del suo vastissimo e prezioso patrimonio. Attraverso documenti rappresentativi per la loro rilevanza, si ripercorrono  i filoni principali della millenaria storia veneziana, dalle origini fino alla prima guerra mondiale. Inquadrati in una griglia tematica, vengono  ripercorsi  diacronicamente, per momenti emblematici, la struttura istituzionale dello Stato Veneto,  le relazioni diplomatiche con l'Oriente e l'Occidente, la gestione del territorio, le reti commerciali, il tessuto economico e produttivo, il mondo artistico, l'ambito religioso e assistenziale, le trasformazioni della città e i riflessi della politica nell'Otto e Novecento. Tutto bene, si potrebbe pensare leggendo la nota dell'Istituto e anche visitando la mostra dove si trovano splendidi documenti di grande interesse...Peccato che sull'ultima tavola illustrativa, posta quasi alla fine della mostra, si legga nelle ultime righe:
"Fino a quando, dopo il 1866, la storia veneziana non sarà più -serenissima- ma orgogliosamente, definitivamente, italiana e cittadina."
La storia veneziana non più Serenissima ma orgogliosamente e definitivamente italiana ? Ma ci rendiamo conto? E questa è l’istituzione che dovrebbe  tutelare e valorizzare l'archivio della Repubblica Veneta ?!?Â
Non più Serenissima? E perché  mai? E questi sono coloro che dovrebbero conservare un patrimonio di storia, di cultura e di civiltà che ci viene invidiato dal mondo intero? Orgogliosamente e definitivamente italiana? Sull'orgoglio italiano è meglio stendere un velo pietoso, sul definitivo  poi, cosa sono quasi centocinquant’anni di parentesi italiana nel Veneto di fronte a oltre tremila anni di storia veneta? Una parentesi, appunto, una delle più negative parentesi nella nostra storia veneta...una parentesi che si è aperta nel 1866 con un vergognoso plebiscito-truffa e che prima o poi è destinata a chiudersi...Accedi per inserire un commento
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