Beggiato: fuori 24mila dipendenti pubblici, ma ora c'è bando per 30 posti carriera prefettizia
Mercoledi 14 Novembre 2012 alle 00:02 | 0 commenti
Riceviamo da Ettore Beggiato e pubblichiamo
Egregio Direttore, recentemente la "Gazzetta Ufficiale" ha pubblicato un bando di concorso di 30 posti per l' accesso alla qualifica iniziale della carriera prefettizia. E così, come scrive "Il Fatto" il 2/11/2012, da una parte il governo mette alla porta 24 mila dipendenti pubblici, dall'altra si incrementa la "casta" prefettizia che conta ancor oggi 1.400 aderenti (foto d'archivio corso per carriera prefettizia).
E allora, come non riproporre alcune parti di un articolo pubblicato sulla "Gazzetta Ticinese" del 17 luglio 1944 a firma Luigi Einaudi, il grande statista poi Presidente della Repubblica Italiana dal 1948 al 1955; un articolo di straordinaria attualità con il quale l'illuminato uomo politico denunciava l'anomalia e l'estraneità al sistema politico italiano di una figura che rappresentava e rappresenta la quintessenza del centralismo; il titolo era "VIA IL PREFETTO !".
Vediamo insieme alcuni passaggi particolarmente significativi :
" In verità il prefetto è una lue che fu inoculata nel corpo politico italiano da Napoleone", e più avanti "L'Italia nuova , preoccupata di rinsaldare le membra disiecta degli antichi ex stati in un corpo unico, immaginò che il federalismo fosse il nemico ed estese il sistema prefettizio anche a quelle parti d'Italia come le province ex austriache, nelle quali la lue erasi infiltrata con manifestazioni attenuate. Si credette di instaurare libertà e democrazia e si sfoggiò lo strumento della dittatura.
Democrazia e prefetti ripugnano profondamente l'una e l'altro."
E più avanti:
"Perciò il delenda Cathago della democrazia liberale è: Via il prefetto! Via con tutti i suoi uffici e le sue dipendenze e le sue ramificazioni! Nulla deve più essere lasciato in piedi in questa macchina centralizzata; nemmeno lo stambugio del portiere".
L'articolo si conclude con:
"La distruzione della sovrastruttura napoleonica, che gli italiani non hanno amato mai, offre l'occasione unica di ricostruire lo stato partendo dalle unità che tutti conosciamo e amiamo; e sono la famiglia, il comune, la vicinanza e la regione. Così possederemo finalmente uno stato vero e vivente." Â
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