Base Usa, No Dal Molin: il 25 aprile sia la vera liberazione dagli occupanti americani
Mercoledi 24 Aprile 2013 alle 21:39 | 1 commenti
Giancarlo Albera, coordinamento dei Comitati No Dal Molin - Il col. Comandante D. Buckingham ha rivolto ai cittadini di Vicenza, l'invito a partecipare il 4 maggio a un OPEN DAY, cioè all'apertura a tutti, della nuova base militare USA Dal Molin/Del Din. Nelle intenzioni degli organizzatori, l'Open Day dovrebbe rappresentare un momento di pacificazione con la città , una ripresa delle buone relazioni, una "festa", una riconciliazione.
Con questo scritto si vuole interpretare il punto di vista di quei cittadini vicentini che per anni hanno manifestato la propria contrarietà all'invasiva e progressiva estensione della militarizzazione di Vicenza. Cittadini che il 5-10-2008, in una consultazione popolare autogestita, cui hanno partecipato 24 mila persone, hanno chiesto un uso civile di quel territorio. Quello delle autorità militari statunitensi è perciò un invito inopportuno, una mancanza di rispetto per tutti quei cittadini che avevano espresso chiaramente, formalmente e democraticamente il proprio dissenso.
L'iniziativa dell'Open day del prossimo 4 maggio (o altre come l'inaugurazione), non è, non potrà mai essere, una festa ma una provocazione. Infatti cosa ci sarebbe da festeggiare? La vittoria di chi ha inferto una ferita alla dignità di una città , alla democrazia, al principio di legalità ? Questa ferita, nessuna forma di compensazione posteriore potrà guarire e nemmeno lo sforzo di tenere buone relazioni con una comunità , che non è stata ascoltata nelle sue sacrosante ragioni.
Troppe sono le cose che sono state imposte o impedite: il referendum istituzionale negato dal Consiglio di Stato, la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per un'opera così invasiva, l'assoluta mancanza di
trasparenza e di informazione fin dall'inizio.
Le autorità militari hanno negato pubblicamente le proprie responsabilità per i danni ambientali provocati dai lavori di costruzione della base, che hanno causato la distruzione del reticolo di drenaggio che permetteva il deflusso delle acque piovane. Ora queste allagano periodicamente l'area Dal Molin rimasta alla città , il campo da rugby, la strada Sant'Antonino, la Cresolella, mettendo pure in allarme tutta la zona intorno a viale Diaz. Nel merito, non sono state fornite spiegazioni alle tante domande venute da più parti, comprese quelle istituzionali, su queste criticità .
Dunque in queste condizioni c'è poco da "festeggiare" o esibire, con l'orgoglio di chi crede di aver fatto le cose "per bene", mentre non sono state rispettate le norme ambientali più elementari. Pensiamo invece che sia da valorizzare la straordinaria e solidale coscienza civica maturata a Vicenza in questi anni. La nostra città è diventata un riferimento per tutti quelli che credono in un mondo più giusto, meno violento, fondato sui valori della giustizia, della solidarietà . Vogliamo che Vicenza diventi la capitale mondiale della pace, così come è mondialmente riconosciuta la sua vocazione per l'arte. Per questo, senza avere l'intenzione di offendere nessuno, pensiamo che le basi militari non sono da festeggiare, che le armi non vanno benedette, che gli strumenti di morte non vanno riconosciuti come un valore morale. La guerra, fatta da chiunque, per qualsiasi motivo, per quanto definita giusta, santa, umanitaria, difensiva, preventiva o legittima, è comunque "guerra", è sempre incompatibile, con l'umanità di tutti(questa sì la rispettiamo!), con la civiltà . Se volete festeggiare, fatelo nel chiuso della vostra nuova caserma, non con noi che non possiamo accettare moralmente il vostro invito. Ma se volete mostrare rispetto per un punto di vista diverso dal vostro, vi invitiamo a rinunciare all'Open day, a pensare ad iniziative che non offendano la sensibilità di tanti vicentini. Il 25 aprile saremo invece presenti con le bandiere della Pace, alla manifestazione organizzata dall'ANPI, per sottolineare che proprio ricordando il 25 aprile 1945, abbiamo il diritto di auspicare una vera Liberazione, in cui gli alleati e liberatori di ieri non siano i nostri "occupanti" o "egemoni" di oggi.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
In Italia, l?ultimo inverno di guerra è terribile. Gli Alleati sono bloccati sulla Linea Gotica, che taglia la penisola da est ad ovest all?altezza della Toscana, mentre le atrocità dei nazisti ai danni della popolazione civile si moltiplicano. Solo all?inizio della primavera il generale Alexander lancia l?offensiva finale: il 21 aprile gli anglo-americani entrano a Bologna e si aprono definitivamente la strada verso la valle del Po. Le bande partigiane, contemporaneamente, attaccano le città ancora occupate, dove la popolazione civile insorge contro i nazisti e i fascisti.