Barbisan: “Il criterio di residenzialità tutela i più bisognosi. Non condivisibile la posizione del collega Ruzzante”
Venerdi 14 Aprile 2017 alle 15:15 | 0 commenti
"Nessun passo indietro su una Legge che riteniamo di buon senso. Il criterio di residenzialità per accedere agli aiuti è un segnale di giustizia. E' corretto che chi risiede in Veneto da più tempo ottenga un maggiore punteggio nelle graduatorie". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale della Lega Nord Riccardo Barbisan che così "replica al collega Ruzzante in merito al Progetto di Legge presentato". "Con la mia Legge - spiega in particolare l'esponente della Lega Nord - non si impedisce, ad esempio, l'accesso dell'anziano alla casa di riposo, ma si stabiliscono delle priorità per accedere ai contributi; di fatto, quindi, non c'è alcuna limitazione alla fruibilità del servizio, che rimarrà tale a prescindere dalla residenzialità ".
"Oltretutto, tengo ad evidenziare - continua il vicecapogruppo della Lega Nord a Palazzo Ferro -Fini - che la norma non limita l'accesso ai bisogni primari della persona, come il diritto alla salute e all'assistenza, ma interviene nell'ambito di quanto già stabilito dalla Corte Costituzionale, secondo la quale si possono operare ragionevoli distinzioni con riferimento a servizi che eccedono l'essenziale, ed è proprio questo che la mia Legge vuole fare". "Nel concreto - spiega il consigliere - il criterio della residenzialità sarà applicato per l'erogazione dei contributi e delle provvidenze economiche relative ai servizi, come peraltro, ricordo al collega Ruzzante, la Provincia Autonoma di Trento già fa per l'erogazione dell'assegno di cura, per l'assegno al nucleo familiare, per le provvidenze a favore delle casalinghe e per l'assistenza ai familiari di persone non auto-sufficienti". "Invito quindi il consigliere Ruzzante - conclude Riccardo Barbisan - ad evitare di alimentare falsi pregiudizi che non ci appartengono e, peggio ancora, falsi allarmismi che nulla hanno a che fare con il mio testo di Legge. Sono convinto che in un periodo di scarse risorse e di continui tagli da parte dello Stato centrale sia ragionevole, se non addirittura un dovere, stabilire delle priorità per continuare a garantire i servizi essenziali alle persone che veramente ne hanno bisogno".
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