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Barbacetto, Il Fatto Quotidiano: Consob, Vegas si auto-assolve per 7 anni di sviste e realpolitik

Di Rassegna Stampa Martedi 9 Maggio 2017 alle 09:23 | 0 commenti

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Ha cominciato con Euripide ("Nulla deve essere inaspettato; si deve invece sperare ogni cosa") e finito con Kant ("Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me"). L'ultima relazione del presidente della Consob Giuseppe Vegas, che dopo sette anni lascerà la guida della Commissione che regola i mercati finanziari, ha tentato di stilare un bilancio in positivo, malgrado "la crisi dell'eurozona", i "crediti deteriorati delle banche", la "perdita del 20 per cento" della capacità produttiva del Paese. Ma Euripide ha parlato invano, perché le crisi su cui la Consob di Vegas avrebbe dovuto vegliare sono arrivate tutte "inaspettate", con serragli chiusi a buoi scappati e 12 mila risparmiatori lasciati senza informazione adeguata (quelli di Etruria, Marche, CariChieti, CariFerrara).

Consob non fiatò quando Popolare di Vicenza varò due aumenti di capitale nel 2013-2014 a prezzi palesemente gonfiati: la multa ai vertici è arrivata solo nel 2017. Storia simile per Veneto Banca. Quanto a Montepaschi, era l'autunno 2012 quando il presidente Alessandro Profumo e il suo amministratore delegato Fabrizio Viola gli avevano comunicato di aver scoperto il buco provocato dai derivati, ma Vegas si era guardato bene dal coinvolgere i commissari Consob e informare il mercato. Poi a Profumo e Viola fu permesso - complice Bankitalia - di contabilizzare quei derivati "a saldi aperti" e l'obbligo di rendere visibile il buco è arrivato solo nel 2015 (nel frattempo ci sono stati due aumenti di capitale: 8 miliardi in fumo).

Anche Vegas, poi, si è accorto ora che le regole europee sul salvataggio delle banche a carico dei creditori (il bail-in) hanno coinvolto "anche i risparmiatori-correntisti", e con "effetto retroattivo" ("una scelta che contrasta con i principi di fondo del diritto"): norme varate "per assicurare stabilità si sono rivelate un fattore di instabilità". Dice che Consob avrebbe voluto nel 2013 vietare la vendita al pubblico retail, cioè le famiglie, di "prodotti finanziari opachi e complessi", ma la richiesta "non ha avuto seguito" e se ne riparlerà nel 2018, quando arriverà la direttiva europea Mifid 2 e il Kid (Key Information Document) cioè informazioni chiare e sintetiche per i risparmiatori, finora in balìa di prospetti illeggibili ed enciclopedici (l'ultimo di Unicredit è di 1.500 pagine). È stato però Vegas a togliere dai prospetti gli "scenari probabilistici" che indicavano ai risparmiatori la probabilità di perdita.

Chiede più Borsa, Vegas, ma poi deve ammettere che "oggi la Borsa ha perso centralità", tanto che tra il 2007 e il 2016 "la ricchezza in azioni" è calata dal 10,5 al 5,3 per cento. Spera, con buona dose di ottimismo, che la Brexit porti il trasferimento a Milano dell'Eba, l'Autorità bancaria europea. Più concreta invece la prospettiva che, con regole diverse tra i vari Stati, continui la "migrazione verso giurisdizioni che appaiono più permissive", con l'Italia "tra le mete preferite" dell'estero-vestizione: operazioni finanziarie fatte qui, ma soldi occultati all'estero.

Mirando il cielo stellato di Kant, Vegas si prepara a lasciare la guida della Consob, dove è approdato da ex senatore di Forza Italia: è uscito dalla stanza di viceministro del Tesoro, a fianco di Giulio Tremonti, per entrare direttamente in quella di presidente dell'Autorità. Poi l'ha governata in modo imperiale. Ha rimodellato la Commissione togliendo autonomia alla struttura tecnica (garanzia d'indipendenza), entrando in rotta di collisione con alcuni dirigenti (come Marcello Minenna delle "Analisi Quantitative") e costituendo un potente ufficio di presidenza che risponde direttamente a lui. Ha poi accentrato le decisioni, agendo di sua iniziativa su molte partite, senza neppure portarle in Commissione per la discussione e il voto. Quando proprio in Commissione dovevano arrivare, decideva da monarca. Fu il caso della fusione Unipol-Fonsai: il commissario Michele Pezzinga chiedeva - forte delle analisi tecniche di Minenna - informazioni più dettagliate sul portafoglio dei titoli strutturati della compagnia assicurativa delle coop. Il secondo commissario s'astenne, il terzo non era stato nominato, e Vegas fece valere doppio il suo voto presidenziale rendendo possibile un'italianissima "operazione di sistema". In alcuni casi, come con la Sator di Matteo Arpe, usò il pugno di ferro. In altri, il guanto di velluto: con Unipol, d'intesa con Mediobanca, ma anche con Ubi, sotto inchiesta per l'ipotizzata influenza di Giovanni Bazoli sull'assemblea.

Spesso Vegas si è mosso, più che da controllore imparziale, da "consulente". L'ha confessato in un'intervista del maggio 2014, quando disse che la Consob non deve solo vigilare affinché "il mercato sia trasparente" (come impone la sua legge istitutiva), ma anche "far sì che ci sia un po' di sviluppo nel Paese". Un compito tutto "politico" che non spetta alle Authority.

Gianni Barbacetto - Il Fatto Quotidiano


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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