Bandiera di Manin a Fornaci Rosse, Andrea Maroso: "Poggi e Cassarà professionisti della retorica patriottarda"
Lunedi 3 Settembre 2018 alle 15:09 | 1 commenti
Sabato la “bandiera di Manin†è tornata a sventolare a Fornaci Rosse - ci scrive Andrea Maroso, coordinatore Siamo Veneto, filò di Vicenza - è interessante come quando si parla di storia Veneta tutte le differenze tra destra e sinistra svaniscano come per magia. Il 22 settembre 2018 ricorrerà il 161 anniversario della scomparsa di questo Veneto con la V maiuscola, che nulla ha a che fare con quanto continuano a raccontarci questi professionisti (Poggi e Cassarà , due cognomi tipicamente veneti) della retorica patriottarda (risorgimento... eroe dei due mondi... quante balle continueranno ad insegnare ai nostri figli?).Â
Durante un’intervista con W. Nassau, Manin stesso dichiarava di aspirare ad una repubblica Veneta indipendente ed eventualmente confederata con gli altri stati italici, dato che Carlo Alberto si era dimostrato tutt’altro che disinteressato conducendo non una guerra di liberazione ma di ambizione e conquista. Nel Veneto nel 1848 si gridava “W San Marco†e W la Repubblica (Veneta ovviamente) e di rapporto paritario con gli altri popoli, altro che annessione espansionistica savoiarda basata su plebisciti truffa.
Ettore Beggiato ha dedicato molte pagine a queste questioni, chiarendo esattamente le dinamiche che si svilupparono in quegli anni, alla faccia della storiografia di regime propinata nelle nostre scuole (iniziata con la riforma Gentile e tragicamente portata a compimento dall’intellighenzia di sinistra, a dimostrazione che quando si parla di Questione Veneta la moneta Italia mostra sempre due facce!).
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