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Banche italiane a prezzi di saldo: si comprano per un pugno di bot

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 15 Novembre 2011 alle 23:17 | 0 commenti

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Andrea Greco scriveva su La Repubblica del 2 novembre un articolo il cui messaggio drammatico è sintetizzato dal titolo. E oggi, a parte quei parlamentari che hanno coraggio di rimanere sul loro scranno anche se non sanno cosa significhi spread, rating e debito pubblico, tutti sanno che le cose vanno molto peggio. E, di fatto, i nostri primi cinque istituti sono scalabili con una cifra addirittura inferiore. Un nonnulla nel mercato finanziario. Non ci dispiacerebbe per le banche, le vere "strozzine" storiche del mercato e causa prima della crisi attuale, ma l'Italia diventerebbe meno che una colonia dell'impero straniero se questo avvenisse. E può avvenire per un importo pari ai titoli che in un solo mese l'Italia deve piazzare per rinnovare il suo debito pubblico.

Di seguito l'articolo

Schiaffeggiate dagli investitori, vessate dai regolatori, in guerra per i liquidi dei clienti, timorose di dove ritirare certi prestiti e sicure che la loro redditività ventura risentirà di questo semestre nero. Nelle stime rese dall`ad di Unicredit Federico Ghizzoni, lunedì, gli istituti italiani avranno tra due anni una redditività media del 5% sul capitale, la metà esatta delle rivali europee. Intanto a Piazza Affari la capitalizzazione sommata dei pri mi cinque istituti è scesa per la prima volta sotto la soglia di 40 miliardi di euro. Quattro anni fa Intesa Sanpaolo e Unicredit si contendevano il primato del valore in Italia, sfidando quota 100 miliardi. Una vita fa. Ieri lntesa Sanpaolo ha perso il 16,8% (record negativo in una seduta) a 1,087 euro, quindi vale 17,68 miliardi. La rivale Unicredit ha perso il 12,44% a0,74 euro, e capitalizza 14,34miliardi.
La terza forza, Monte dei Paschi, ha perso il 10,2% a 0,303 euro, valore 3,5 miliardi. Seguono Ubi banca (-6,81%, 2,32 miliardi) e Banco popolare (-8,9%, 1,73 miliardi). Se uno le volesse tutte quante dovrebbe sborsare appena 39,58 miliardi; ma è solo un calcolo di scuola. Gli addetti ai lavori non vedono compratori dietro la porta delle banche italiane, anche se la durezza del contesto potrebbe preludere a un futuro di fusioni "forzate", di un clamoroso ritorno della mano pubblica nel credito, o di «shopping estero». Gli ultimi due scenari sono stati evocati anche dal presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, lunedì.
Perché siamo arrivati a tanto, non è vero che le banche italiane siano solide e meno rischiose? Forse è anche vero, il problema è che i regolatori non valorizzano questi aspetti (è spalancata lapolemica sui criteri usati dall`Eba per rafforzare il sistema, imputando un deficit di patrimonio di 14,7 miliardi alle big bank italiane, la metà di quelle francesi, un terzo di quelle tedesche), e che gli investitori puniscono il "rischio Italia", che diventa "rischio banche italiane" nel momento in cui la raccolta si paga carissima: è basata sullo spread dei Btp sul Bund tedesco, ieri schizzato a 442 punti base (un sogno oggi quando è vicino ai 600, ndr).
«Il contesto è sempre lo stesso sui mercati, da diversi mesi spiega Antonio Guglielmi, che guida la ricerca Mediobanca Securities e ha appena vinto la Bloomberg Survey come miglior analista bancario d`Europa -. Il problema è che i governanti d`Italia, Francia, Germania non l`hanno compreso appieno. Con il calo di ieri gli investitori dicono tre cose: il referendum greco conferma che fare gli europei rispettando le democrazie nazionali è un serio problema; che il mercato ha scaricato l`Italia, unico emittente sovrano i cui bond ieri sono rincarati; che l`Eba dopo i due stress test inutili ha fatto un altro buco nell`acqua, con una gestione solo politica dei criteri del rafforzamento attuale». Dei 106 miliardi dietro di fabbisogno per le banche europee stabilito dall`Autorità bancaria, Guglielmi stima che meno di metà si trasformerà in ricapitalizzazioni. Invece vedo spazio per ulteriori ribassi nel settore», conclude.
Quanto valgono le maggiori banche italiane Prezzo del 1° novembre (euro) Var. % Capitalizzazione (min di euro) Intesa Sanpaolo 1,087 -15,80 17.683 Unicredit 0,742 -12,44 14342 Mps 0,303 -10,20 3.507 Ubì Banca 2,572 -6,81 2.319 Banco Popolare 0,983 -8,98 1.733 Totale 39.584

Leggi tutti gli articoli su: La Repubblica, Andrea Greco, banche italiane

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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