Banche, commissione parlamentare d'inchiesta? Utile forse alla campagna elettorale
Giovedi 16 Febbraio 2017 alle 08:01 | 0 commenti
Diciamolo subito: se il governo Renzi e la sua maggioranza avessero voluto davvero una commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, avrebbero potuto crearla tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, quando l’ex premier e il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, facevano a gara su chi la voleva di più, mentre il Movimento 5 Stelle aveva già presentato nel 2013 una proposta di legge alla quale si sarebbero aggiunte quelle della Lega, di Forza Italia, di Scelta Civica, e degli altri, Pd compreso, fino ad avere ben 13 proposte che ora il relatore Mauro Marino promette di tradurre in un testo unico.
Se la commissione fosse stata votata un anno fa, oggi magari avrebbe finito i suoi lavori. Che credibilità può invece avere con la legislatura agli sgoccioli? Al massimo può servire alla campagna elettorale. Il fatto è che, se tutte le forze politiche, a turno, rilanciano il tema, lo fanno ciascuna con intenti diversi. E anche nell’ultima uscita Matteo Renzi ha utilizzato lo spettro della commissione per lanciare messaggi nemmeno troppo velati contro i suoi avversari, in particolare Massimo D’Alema. Che vuol dire, infatti, «sarà interessante discutere della Banca 121 o di Antonveneta» se non: Caro Massimo vuoi parlare di banche? Bene, cominciamo a far luce sulle operazioni che mentre tu stavi a Palazzo Chigi hanno posto le premesse del tracollo del Monte dei Paschi. Altro che il fallimento delle «banchette toscane», con gli antirenziani che vorrebbero infierire ancora su Banca Etruria e il papà della ministra Maria Elena Boschi, già vicepresidente dell’istituto! Insomma, la commissione d’inchiesta come luogo di regolamento di conti, mentre l’opinione pubblica si aspetterebbe altro. Di capire, per esempio, perché ci si sia accorti tardi che il sistema non era affatto solido come si predicava da anni; perché grossi prestiti vengano dati su raccomandazione politica mentre le persone normali faticano ad ottenere anche solo il mutuo casa; perché i top manager prendono stipendi e liquidazioni milionarie anche se le loro banche vanno male. Di commissioni parlamentari d’inchiesta ne abbiamo viste tante, sui temi più diversi. Qualcuno davvero pensa che 20 deputati e 20 senatori, dotati degli stessi poteri della magistratura, faranno luce sugli intrecci perversi tra banche e politica, dove non sono riusciti i magistrati?
Di Enrico Marro, da Corriere della Sera
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