Transazione BPVi, Piccini "(sovra)stima" al 60% le adesioni: "la sorte nelle mani degli indecisi"
Martedi 14 Marzo 2017 alle 17:02 | 0 commenti
"Stiamo lavorando per pensare al futuro, la transazione non è delle più semplici ma vogliamo che le situazioni del passato vengano dimenticate". A dirlo è Gabriele Piccini, vice direttore generale vicario di Banca Popolare di Vicenza a margine di una conferenza per fare il punto della situazione, precisando che al momento "nessuno dei grandi azionisti ha rifiutato la proposta". L'obiettivo è quello di arrivare all'80% entro il 22 marzo, data di scadenza della transazione e se "c'è ancora una grande fetta di indecisi e sono loro la chiave di svolta" ha precisato Piccini. Secxondo Piccini, che precisa più volte che le sue sono stime e non dati certi, le adesioni all'offerta di transazione per gli azionisti di BPVi si aggirano intorno al 60%, immaginiamo noi sommando alle adesioni "firmate" le manifestazioni di interesse... (qui la presa di posizione del nostro direttore che ha presentato un esposto agli organi competenti e domande a chi di dovere su quelle che appaiono come delle pressioni indebite verso i soci, ndd).
Il vice direttore generale vicario ha voluto ringraziare la Fondazione Roi il cui CdA ieri ha dato il via libera alla transazione per quasi 4 milioni e mezzo di euro. Piccini sottolinea che "sabato scorso nelle filiali aperte ci sono state 700 sottoscrizioni e il prossimo sabato le oltre 400 filiali saranno aperte un'ora in più (dalle 9 alle 14)". La strada è tracciata ma per arrivare alla fusione con Veneto Banca e la conseguente ricapitalizzazione bisogna attendere il risultato del 22 marzo. "Una volta eliminato il rischio legale - dice Piccini - il percorso è tracciato ma per essere chiari e precisi occorre aspettare la data di scadenza e la grande fetta degli indecisi può fare la differenza". Banca Popolare di Vicenza ha stanziato un fondo di 30 milioni di euro per un'operazione di welfare e Piccini sottolinea: "gli azionisti che presentano una situazione ISEE inferiore a 13 mila euro l'anno potranno avere un ristoro transattivo superiore ai 9 euro per azione, cifra invece offerta a tutti gli altri".
Tornando all'Offerta pubblica di transazione (Opt) Piccini afferma che ogni mese vengono aperti circa 10 mila nuovi conti e alla domanda se il saldo tra aperture e chiusure è positivo e negativo risponde "diciamo che non è negativo".
Il 22 marzo, non sono previste dilazioni o proroghe, si deciderà dunque la sorte delle banche venete e la soglia fissata dell'80 per cento è ancora lontana se si stima che ora si arriva al 60 per cento e che circa il 5 per cento dei clienti non si riescono a rintracciare, da aggiungere che sono stati contattati più di 90 mila clienti. "L'offerta è chiara e trasparente - dichiara Piccini - ed è la prima volta che vedo restituire parte del valore perso. A dire il vero pensavo ci fosse più consenso invece c'è stata tanta critica. A noi preoccupa l'adesione collettiva dei 94 mila dell'Opt".
La differenza, come ribadito più volte, la faranno gli indecisi. Piccini, a conclusione dell'incontro ha voluto sottolineare di voler "mantenere viva una realtà produttiva, cosa fondamentale per il mantenimento di una forte identità locale che vuole stare vicino alle imprese. Le due banche hanno sempre sostenuto le piccole-medie imprese e vogliono proseguire su questa strada".
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